L’horror non è il mio genere: sono ansiogeno e giocare qualcosa che mi provoca ansia non mi piace. Tuttavia ho giocato a ben tre giochi dell’orrore: Soma, Resident Evil 7 Biohazard e, ultimo nonché soggetto di questo articolo, Resident Evil Village.
Casa degli orrori
Resident Evil Village è una casa degli orrori: spaventa lo spettatore come forma di intrattenimento, senza però provocargli ansia o disagio. Evita di incutere troppa paura per avvicinarsi a chi non gradisce quel tipo di emozioni.
I puristi dell’orrore potrebbe storcere il naso e le loro sono critiche comprensibili. Io onestamente trovo corretto (e preferibile, non essendo io stesso amante dell’horror) rendere il gioco più appetibile a un pubblico più vasto.
Anche se lo spavento è ridotto, non illudetevi:
Resident Evil Village è un gioco del terrore.
Questo ottavo capitolo si allontana ulteriormente dagli zombie per abbracciare creature provenienti dalla cultura popolare. I nemici sono infatti interpretazioni di classici come vampiri, lupi mannari, mostri marini e bambole assassine.
Seppur non originalissimi, la loro realizzazione è ottima e sono ben integrati nella narrativa del gioco. Curati nell’estetica per essere ripugnanti e allo stesso tempo affascinanti, sono il fiore all’occhiello dell’intera produzione.
Villaggio vacanze
L’ambientazione di questo ottavo capitolo della serie è un villaggio dell’est Europa: decadente e abbandonato, un derelitto del passato popolato da creature abominevoli nonché luogo di carneficine ed esperimenti disumani.
Seppur suggestivo, Il villaggio è completamente inutile.
Lo si visita solamente due volte e non è più necessario passarci se non per gli obiettivi secondari. La sua esclusione avrebbe reso il gioco più scorrevole ed efficiente nel mantenere la tensione. Inserito in questo modo sembra una maniera artificiale per allungare il brodo. Non aiuta tra l’altro la mancanza di una minimappa e il fatto che molte strade siano bloccate, costringendo il giocatore a seguire un percorso preciso (e far perdere ancora più tempo) per arrivare all’obiettivo.
Altrettanto negativo è il mio parere su attività superflue come la caccia degli animali (perché evidentemente non è stato sparso abbastanza sangue innocente) e la ricerca dei tesori, esclusi quelli che richiedono il risolvimento di enigmi.
Questa struttura mini openworld non funziona: rompe il ritmo del gioco che per un horror è fondamentale.
Sconfiggere il male a colpi di proiettili
Resident Evil Village è molto più action rispetto al settimo capitolo. Il numero di armi è aumentato come anche il quello di nemici da affrontare. Soprattutto nella seconda parte si percepisce una maggior ispirazione a un Doom o Quake piuttosto che un Outlast o Amnesia.
Questa impronta action garantisce una maggior varietà di situazioni e combattimenti più intrattenenti. L’atmosfera ci perde un po’ ma, come dicevo qualche riga precedente, non è un problema.
L’azione del gioco è praticamente inalterata: a parte alcune interazioni ambientali copiate da altri titoli (tipo Outlast) e una contromossa per scacciare gli avversari, c’è ben poco di nuovo a livello gameplay.
L’unica vera novità è quella che avrei preferito non avere: la componente da gioco di ruolo.
La componente da gioco di ruolo è un’innovazione priva di inventiva. Serve solo a far perdere tempo al giocatore con ricerche di loot. Potenziare le armi non migliora l’esperienza di gioco, né se percepisce un reale aumento di potenza tale da ribaltare uno scontro.
Dite addio alle casse, salutate il Duca
il Duca, figura misteriosa e l’unica persona del luogo disposta a aiutare Ethan nel suo viaggio, è un mercante in grado di fornire diversi servizi. Da lui è possibile comprare risorse varie (proiettili, medicine, grimaldelli, progetti etc.), comprare e potenziare nuove armi, migliorare le vostre abilità grazie a ricette di cucina (ma bisogna prima trovare gli ingredienti) e vendergli trofei e oggetti di valore in cambio di soldi.
In Resident Evil 8 non ci sono le casse con spazio infinito dove depositare gli oggetti. Questo significa che non potete più depositare le armi? Non proprio. Il Duca è ben disposto a comprarla a buon prezzo. Per recuperarla bisogna nuovamente acquistarla a un prezzo maggiore (Il Duca è pur sempre un uomo d’affari).
Il loot è abbondante e non è pertanto particolarmente importante essere cauti con le spese. Si perde solamente tempo a pulire ogni stanza, cercando in ogni cassetto e rompendo ogni vetrina.
Una meccanica fine a sé stessa introdotta per dare un senso di novità ma infine completamente innecessaria.
Piccola ma fondamentale novità è l’inventario: in questo nuovo capitolo gli oggetti necessari per proseguire nella storia e le risorse (come i tesori) sono in un menù separato con spazio infinito. Tuttavia aumentare lo spazio dell’inventario (comprando dal Duca) è ancora necessario dato che le armi occupano molto spazio.
Terrore in alta definizione
Il motore di gioco RE Engine, utilizzato già in Resident Evil 7 Biohazard, mostra ancora una volta la sua potenza grafica. I modelli dei personaggi sono curati fin nei minimi dettagli, i quali si apprezzano particolarmente durante i primi piani.
Altrettanto dettagliati gli scenari; in particolare il castello di Dimitrescu i cui interni sono ricchi di particolari e una maniacale accuratezza nel riprodurre fedelmente quadri, lampadari e molti oggetti nel palazzo.
La direzione artistica di Resident Evil Village è eccellente.
Nonostante il gioco si svolga principalmente di giorno, grazie a un buon uso di palette cromatiche e luci rimane integro l’aspetto di mondo degli orrori. Decadente e trasandato, antico, appartenente a un’era passata ma tuttora ammaliante.
Sul mio PC il gioco si è comportato ottimamente: a 1440p con tutto al massimo le immagini erano stabili a 50-60 frame al secondo su una configurazione dotata di CPU i7 9700k e scheda grafica GTX 1070.
Commento Finale
Resident Evil Village è un gioco ben realizzato. Spaventoso quanto basta, con una maggior dose di action che comunque non snatura la componente horror della serie. Seppur con poche innovazioni e quelle introdotte poche interessanti, riesce a intrattenere per più di 12 ore, se disposti a esplorare la piccola mappa e svolgere alcune attività secondarie.