Lo ammetto subito: non sono un’amante dei titoli horror e non lo sono nemmeno della serie Resident Evil. La decisione di acquistare il gioco è stata presa in base alle recensioni estremamente positive e una diretta che mi ha convinto dalla bontà del titolo.
Pertanto non mi porto dietro lo scontento dei fan, i quali hanno accusato le ultime reiterazioni del franchise di essere un action senza anima, né tanto meno la loro passione per la saga. La mia opinione è quindi neutrale essendo per me Resident Evil 7 Biohazard il primo approccio alla serie Capcom e solamente il secondo al mondo horror nei videogiochi in generale (l’altro titolo è Soma).
Capcom è riuscita a resuscitare la sua serie horror con Resident Evil 7 Biohazard?
Che Adorabile Famigliola
Il protagonista del gioco è Ethan Winters, un uomo sulla trentina che un giorno riceve un messaggio di soccorso dalla moglie Mia, scomparsa tre anni prima. Il messaggio contiene un indirizzo che porta Ethan in una vecchia casa in Louisiana, nel sud degli Stati Uniti.
Come qualsiasi horror che si rispetti, in poco tempo la situazione si fa pericolosa e Ethan dovrà usare tutto il suo coraggio e determinazione per salvare sua moglie e uscire vivo da quell’inferno. A inizio storia fa conoscenza della famiglia Baker, una adorabile famigliola capitana dal padre Jack, il figlio Lucas e la dolce mogliettina Marguerite.
Questi tre sono i principali boss del gioco, più un quarto che si scopre più avanti (e che quindi preferisco non rivelare) e per ognuno è dedicata una parte della storia. Il primo è Jack, grande e grosso e armato con una falce o motosega. Perseguita il giocatore come fa il gatto con il topo, con la differenza che Jack non muore nemmeno se gli si spara un colpo in testa.
La famiglia Baker è un gruppo di personaggi originali, ben caratterizzati e con una loro personalità. Un peccato che per saper di più di loro bisogna comprare i DLC, tra l’altro rilasciati a breve distanza dall’uscita del gioco. Sarebbe stato più gradito se fossero stati inclusi direttamente nel gioco o almeno scaricabili gratuitamente.
La famiglia Baker
Il capofamiglia Baker è un nemico diverso dal solito in quanto non è lo stereotipo del cattivo figo, narcisista e sopra le righe. Jack è una persona semplice, che porta gli occhiali perché non ci vede e non per essere figo, si veste normale e non è esattamente in forma, ma è normale per la sua età. Il suo aspetto non incute timore ma la sua insaziabile furia omicida lo rende un avversario temibile e complice della tensione iniziale delle prime ore. La moglie di Jack, Marguerite è una pazza amante degli insetti e spaventa di più per il suo aspetto che per la sua pericolosità. Infatti, non è particolarmente vispa e diventa pericolosa solo allo scontro finale. Il figlio maschio di casa Baker, Lucas è un psicopatico amante degli enigmi, soprattutto quelli che finiscono con la morte del giocatore. Non è un nemico che si affronta direttamente e la sua sezione è una serie di trappole e quesiti da risolvere in successione. Non mette paura in nessun modo ma offre una solida alternativa alle battaglie dei boss precedenti.
La narrazione avviene in prima persona tramite i dialoghi con gli altri personaggi e l’ambiente circostante. Infatti, all’interno della residenza è possibile trovare diversi oggetti che testimoniano la vita dei Baker prima dell’infezione. Lettere, giornali e fotografie raccontano i retroscena di alcune vicende del gioco, aiutando a capire nella sua interezza la trama.
Nei livelli ci sono delle VHS che possono essere viste nel videoregistratore. Si tratta di livelli extra giocabili con un altro personaggio, un escamotage per raccontare in maniera diretta alcuni eventi avvenuti nel passato. Seppur non fondamentali per il proseguimento della storia, la loro visione mostra parti di sessioni future e sono quindi importanti per sapere in anticipo che cosa fare.
Come ogni buon horror il mistero non manca e Resident Evil 7 dà tutte le risposte solamente alla fine, seppur il grande enigma ricada nel classico dei cliché per la serie. L’interesse della storia è alto all’inizio ma va man mano scemando quando si comincia a capire come si incastrano i vari pezzi del puzzle. Si tratta comunque di un valore soggettivo e dipendente dal vostro livello di conoscenza della serie, pertanto non è detto che il finale sia così ovvio per tutti.
Resident Evil 7 ha quel giusto misto tra mistero e angoscia, tra paura e curiosità. Il lavoro con i personaggi è ottimo, a livello di carattere ed aspetto fisico, e l’unico ad essere poco delineato è Ethan, il protagonista del gioco, probabilmente perché il vero protagonista è il giocatore stesso, fintanto che verso la fine dell’avventura viene richiesto di compiere una scelta che porterà a uno dei due diversi finali.
Contando i colpi
Resident Evil 7 si ispira ai più moderni horror come Outlast o Amnesia, tuttavia a differenza di questi due nel gioco Capcom il giocatore non è indifeso. Infatti fin dall’inizio il giocatore ha a disposizione un’arma da fuoco e un’arma bianca con cui poter affrontare i molti pericoli all’interno e fuori la residenza Baker.
L’armamentario di gioco va da diversi tipi di pistola fino a fucili a pompa e mitragliatrice, passando anche per lanciagranate e lanciafiamme e per finire con bombe a mano. Tuttavia Biohazard non è uno sparatutto in prima persona e sparare è una scelta che va fatta saggiamente. I colpi non sono molti e le munizioni vanno cercate o create, tramite l’inventario, ed inoltre diverse armi vanno scovate in giro per il livello, alcune di esse sono anche rotte e vanno dunque aggiustate trovando e usando il kit di riparazione.
La visuale è in prima persona, con FOV limitato a 90, e il sistema di mira è stato pensato per essere realistico, in modo da far percepire al giocatore che Ethan non è un soldato ma un semplice civile in una brutta situazione. La corsa è lenta ma abbastanza veloce per allontanarsi dai nemici, inoltre è possibile ricaricare e sparare anche in movimento; tuttavia quando si usa la medicina per guarire ci si può solo camminare lentamente e non è possibile eseguire altro genere di azioni, la cura viene interrotta se colpiti annullando il suo effetto.
Il rinculo delle armi è ben differenziato e ogni fucile, pistola e mitra è piacevole da utilizzare contro i nemici, i quali esplodono in diverse centinaia di pezzi nell’esatto punto in cui vengono colpiti. Per vincere contro i nemici più forti è necessario mirare con precisione chirurgica e nel punto giusto, in modo da provocare più danni e risparmiare munizioni. Colpire un braccio rende parzialmente inoffensivo, amputare una gamba lo rende immobile ma fare saltare la testa risolve velocemente il problema.
Scappa o combatti
Nella maggior parte degli horror moderni si è costretti a giocare “al gatto e il topo”, ovvero i nemici non possono essere sconfitti e l’unica cosa da fare è scappare e nascondersi. In Resident Evil 7 non c’è questa costrizione ed è possibile affrontare ogni situazione in maniera diversa.
Nel gioco ci sono due tipi principali di nemici: i micomorfi, delle specie di zombi simili ai necromorfi di Dead Space. Questi nemici possono essere uccisi con un paio di colpi da arma da fuoco alla testa e durante l’avventura se ne incontrano diversi e divisi in quattro categorie differenti per aspetto, resistenza e forza. Il secondo tipo di nemico sono i membri della famiglia Baker, i quali compaiono in momenti prestabiliti e rimangono in zona alla ricerca del giocatore fino al completamento di un obiettivo. Quando sono alla nostra ricerca è possibile affrontarli mettendoli K.O. a colpo d’arma oppure proseguire con la missione senza farsi notare.
Jack Baker è una piacevole compagnia, tranne quando cerca di uccidere i suoi ospiti
Volendo è possibile proseguire l’intero gioco usando scansando buona parte degli avversari, tuttavia i boss e alcuni mostri vanno per forza eliminati ed è pertanto impossibile affrontare l’intero gioco solamente scappando. Per non ricorrere nella situazione di essere disarmato davanti un boss, il checkpoint è sempre prima dello scontro, in modo tale da permettere al giocatore di tornare indietro per recuperare l’equipaggiamento nelle casse. Nel caso non fosse possibile tornare indietro, nel menù che appare dopo essere morti è possibile gestire gli oggetti e quindi prendere le armi. Capcom si è quindi assicurata che il giocatore non si possa mai bloccare e dover ricominciare il gioco (o caricare il salvataggio precedente).
Gli scontri con i boss, i quali sono marito e moglie della famiglia Baker, si svolgono sempre alla fine di una sezione e sono abbastanza variegati e ben costruiti. L’arena dello scontro passa da una gabbia di piccole dimensioni a edifici abbandonati di media grandezza a più piani. Le battaglie con i boss sono intense e per vincere è necessario trovare il punto debole del nemico, inoltre è anche necessario cercare nell’ambiente per trovare qualche oggetto utile.
Una dei pregi maggiori di Resident Evil 7 è la varietà di modi con cui è possibile sconfiggere un nemico. Il gioco permette al giocatore di trovare una propria strategia, di sfruttare al meglio gli strumenti a propria disposizione e gli oggetti dello scenario. Sta al giocatore trovare il modo più efficace e intelligente di sconfiggere il nemico.
Elementare, Watson
Oltre ad avere una buona mira e nervi saldi, in Resident Evil 7 occorre anche una buona dose di materia grigia. Il gioco infatti pone davanti al giocatore diversi enigmi, sempre risolvibili osservando attentamente l’ambiente e leggendo le note scritte che si trovano in giro. I rompicapi non sono mai particolarmente difficili ma la tensione che mette il gioco rende più complicato pensare ai giocatori più sensibili.
Gli enigmi sono sempre vari e originali, in modo tale che il giocatore non riesca a trovare un pattern e risolvere in poco tempo il problema. Inoltre spesso è necessario tornare indietro nel livello per trovare alcuni oggetti per sbloccare porte o passaggi segreti. Solitamente al ritorno accade sempre qualcosa rendendo il recupero più complicato.
Alcuni indovinelli sono particolarmente intriganti come ad esempio quello della festa di compleanno, in cui senza l’equipaggiamento bisogna capire come usare i diversi oggetti che si trovano nelle stanze.
Cerca e costruisci
Parte fondamentale del gameplay di Resident Evil 7 è il sistema di gestione degli oggetti e il crafting. Nel corso dell’avventura, per poter sopravvivere, è necessario raccogliere munizioni, medicine e altra sostanza, ingredienti che combinati insieme formano diversi tipi di munizioni e medicine. L’inventario è formato a griglia e ogni oggetto occupa un tot di unità; per riuscire a raccogliere nuovi oggetti è necessario avere il numero di slot esatto. Nel caso lo spazio non fosse sufficiente bisogna liberarsi di alcuni oggetti eliminandoli definitivamente (non è purtroppo possibile scartarli a terra) o spostarli all’interno delle casse. Per fare spazio a oggetti “lunghi” come fucile e mitra è possibile spostare gli oggetti in una posizione più comoda, inoltre si può accedere velocemente a quattro oggetti tramite i tasti direzionali.
Nel gioco è possibile craftare tre tipi diversi di oggetti: medicine (forte e medie), droghe (che aumentano resistenza o sensi) e munizioni per le armi come la pistola, sia normale sia colpi speciali, granata incendiarie e velenose per lanciagranate e carburante per il lanciafiamme; stranamente non è possibile fare munizioni per il fucile a pompa.
Le casse
Le casse condividono tutte gli stessi oggetti, pertanto non ha importanza in quale di essa nascondiate un oggetto, sarà sempre disponibile in qualunque altra cassa.
L’inventario serve anche per tenere alcuni oggetti fondamentali per la missione come chiavi, mappe e altro per risolvere gli enigmi. Proseguendo nell’avventura si trovano zaini di più grosse dimensioni con un numero maggiore di slot a disposizione.
Le armi nel gioco non sono numerose e soprattutto bisogna sempre cercarle, non vengono infatti mai date direttamente in mano ai giocatori (escluso il coltellino) e bisogna raccoglierle per terra, quelle più potenti inoltre si possono ottenere risolvendo un piccolo enigma e altre invece si trovano facilmente ma essendo rotte vanno aggiustate con il kit di riparazione.
Nel gioco si possono trovare delle monete antiche, una valuta che serve per acquistare droghe e una pistola particolarmente potente all’interno delle safehouse. Da cercare, ci sono anche le statuette di Mr. Everywhere, dei collezionabili fini a loro stessi.
Casa degli orrori
Mettendo i primi passi nella residenza Baker si nota subito il grande lavoro fatto da Capcom nella costruzione della casa, adornata di numerosi oggetti e dettagli che oltre all’uso estetico raccontano la storia di quella villa e dalla vita dei loro proprietari. Diversi oggetti sono spesso interattivi, in modo da poter essere osservati con più accuratezza.
L’atmosfera che si respira è sempre terrificante, grazie a un giusto posizionamento degli oggetti nella stanza e la loro forma, facendo credere al giocatore che ci sia qualcuno all’interno quando in realtà non è così. L’audio è di ottima qualità, e i rumori ambientali sono colpevoli di provocare infarti al giocatore, soprattutto se si gioca con le cuffie.
Capcom ha fatto un ottimo lavoro nel creare un’ambientazione paurosa, dallo stile un po’ classico, con tutti gli elementi dell’horror dall’obitorio agli insetti fino a teste di bambole mozzate.
Per buona parte dell’avventura, l’azione si svolge nei tre edifici principali della residenza Baker ed è sempre possibile tornare indietro alle vecchie zone, per sbloccare porte prima bloccate o recuperare oggetti che sono sfuggiti alla prima ronda.
La mappa è una specie di micro mondo aperto con diverse “safezone”, ovvero della stanza in cui è possibile salvare e accedere agli oggetti nelle casse. Queste safezone sono chiuse ai nemici e sono pertanto una fortezza invalicabile in cui nascondersi, inoltre una volta che la porta è chiusa i micomorfi ritornano alla loro posizione iniziale.
Dal punto di vista tecnico Resident Evil 7 è sugli standard delle produzioni moderni con un set di texture di buona qualità ed effetti di luce gestiti in maniera perfetta, creando un gradito gioco di ombri e luci.
I modelli dei personaggi sono estremamente curati e il motion capture è riuscito a catturare ogni più piccolo dettaglio, ogni forma del viso e in particolare i capelli sono molto realistici, con ogni capello mosso dal motore di gioco, dando un maggior senso di realismo. I mostri hanno un’aspetto orribilmente bello e animazioni dei movimenti molto personali, differenti per ognuno.
La versione PC è ben ottimizzata, con un framerate stabile a più di 100 a 1080p di risoluzione sono un computer dotato di GTX 1070 e un processore i5 3570k. Un buon lavoro seppur sia da precisare che gli spazi sono chiusi, la fisica è poco sviluppata e i nemici su schermo sono al massimo sei contemporaneamente.
Conclusione
Il rilancio di Resident Evil è avvenuto con successo grazie a un settimo capitolo in grado di appassionare nuove leve e piacere ai veterani della saga. Biohazard mescola elementi della vecchia serie e li fonde con le meccaniche dei giochi horror moderni; il risultato è un ottimo gioco con un perfetto bilanciamento tra azione e horror, un’atmosfera capace di trasmettere angoscia e paura e una storia, che seppur non originalissima, ha come protagonisti personaggi interessanti e ben sviluppati, sia fisicamente che psicologicamente. Il tutto è rilegato con un comparto tecnico di alta qualità e uno stile artistico in grado di strumentalizzare l’ambiente per mettere continua tensione al giocatore.
Commento Finale
Resident Evil 7 Biohazard è un ottimo titolo horror adatto per i fan della saga e per chi si approccia per la prima volta alla serie. Nonostante una storia che si perde verso la fine, Capcom regala dei nemici interessanti, ben costruiti e unici. Il comparto tecnico e artistico regalano un’atmosfera da brividi e il gioco riesce sempre a mettere una certa tensione. Un gioco che consiglio agli amanti degli horror e a chiunque cerchi un'avventura e abbia il coraggio per viverla fino in fondo.