Non tanto tempo fa, in una galassia vicina vicina appartenevo a quel folto gruppo di ragazzini con la fissa per Star Wars. Al tempo l’unica piattaforma da gioco in mio possesso era la PlayStation 2 e non avendo molti soldi i titoli nuovi li ricevevo solo per le feste. Non ricordo che età compivo, ma era sicuramente un compleanno quando ricevetti la mia copia di Star Wars Battlefront.
Passai interi pomeriggi a rivivere le battaglie epiche della mia saga preferita. Nonostante non avessi l’online Star Wars Battlefront è riuscito a intrattenermi magnificamente per diverso tempo avvenire.
Ovviamente comprai anche il seguito e mi diede le stessa gioie. Il terzo purtroppo non fu mai realizzato. Al loro posto uscirono i due reboot targati DICE: belli visivamente, ma forse perché ora sono più critico e mi entusiasmo meno facilmente, non hanno preso posto nel mio cuore da videogiocatore. Ci ho giocato per un breve periodo, per poi accantonarli e ripescarli di tanto in tanto.
Effetto nostalgia
In occasione dello Star Wars Day, il Battlefront di Pandemic è stato rilasciato su Steam e GOG. Nella sua forma originale, semplicemente riadattato per girare su sistemi moderni.
Avendo già su Steam il secondo capitolo, non ho esitato a comprare anche il suo predecessore. La cosa che mi piace dei giochi vecchi è che sui PC nuovi girano che è uno splendore: framerate al massimo, pulitissimi, senza cali né niente. Graficamente sono “old gen” ma è irrilevante.
Non appena avviato il gioco mi sono venuti alla mente i ricordi di quel lontano 2005 (non l’ho preso il giorno di uscita), i suoni di avvio che ho ascoltato centinaia di volte, gli effetti sonori impressi nella memoria. Tutto è riaffiorato come se avessi smesso di giocare l’altro ieri.
Non ha perso lo smalto
I videogiochi invecchiano male: le meccaniche migliorano generazione dopo generazione, la grafica fa passi da gigante e vengono aggiunte nuove funzionalità. Giocare a un titolo vecchio oggi è difficile ed è impossibile valutarlo essendo il nostro metro di giudizio basato sull’era attuale.
Star Wars Battlefront appartiene ormai a tre generazioni fa e, nonostante certi evidenti difetti, rimane tuttora uno sparatutto incredibilmente divertente da giocare.
Probabilmente perché è semplice, senza gli innecessari fronzoli di oggi. Si entra subito in partita senza la necessità di imparare nulla tranne come si gioca a uno sparatutto.
La cosa che più mi ha sorpreso è l’intelligenza artificiale. All’epoca l’online era per pochi e pertanto gli sviluppatori si sono dovuti assicurare che le partite tra bot fossero divertenti. E lo sono. Gli avversari agiscono come una vera squadra, conquistano gli obiettivi seguendo uno schema sensato, sfruttano le coperture e le schivate quando sotto attacco. Nemici competitivi, ma non troppo per permettere al giocatore abile di fare stragi e aumentare la soddisfazione.
Non ho trovato una solo partita noiosa. L’arena è sempre stimolante e ricca d’azione e seppur sia tutto comandato dal computer è presente quell’elemento di imprevedibilità tipico delle partite contro veri giocatori. Anzi, forse per certi versi è meglio, perché le persone vere possono essere scorrette, la partita sbilanciata perché una squadra ha giocatori più abili che nell’altra.
Mi sono molto di più divertito a giocare offline (da solo) a Star Wars Battlefront che a molti giochi online moderni (in particolare il reboot di DICE). Sarà perché non perdo mai ma non vinco nemmeno troppo facilmente, i giocatori bot sono più svegli di quelli reali, sarà per la nostalgia di un periodo in cui le microtransazioni erano un incubo ancora distante.
Il nuovo contro il vecchio
Dopo aver rispolverato la memoria della mia infanzia videoludica, ho ripescato i nuovi Battlefront per un confronto.
La bellezza dei vecchi Star Wars Battlefront è nella loro semplicità. Non c’è un livello di progressione del personaggio, potenziamenti vari o armi da sbloccare. Hai da subito tutto quello che ti serve.
Ho giocato Battlefront 2 della DICE (il primo è deserto ormai) è per quanto sia ricco di contenuti, graficamente magnifico e un ottimo feedback delle armi ho trovato fastidiosi le aggiunte da gioco di ruoli, ormai tipiche dei giochi di adesso. Classi che hanno più punti vita, armi che si sbloccano solo dopo un tot di uccisioni, centinaia di carte che forniscono bonus da trovare in casse che bisogna aprire a una a una. Troppo cose, e tanto inutili. In un gioco multiplayer dovrebbe contare solo la bravura del giocatore. La capacità di sapersi muovere in battaglia e padroneggiare armi ed equipaggiamento. Non perdere tempo a scegliere il giusto set di carte.
Se non fosse per tutte queste robacce in più, che non rendono divertente il gioco ma costringono a giocare un sacco per migliorare il personaggio, sarebbe un ottimo gioco.
Ho fatto una partita alla modalità arcade, la quale simula le battaglie online con i bot. Rispetto al Battlefront originale non c’era una battaglia, ma io che massacro la squadra avversaria senza la minima difficoltà. Certo, il gioco è incentrato sul multiplayer online, ma perché i vecchi giochi riescono a simulare un’esperienza migliore rispetto a quelli nuovi? Nell’originale giocavo da solo, ma non ho mai avuto la sensazione di essere l’unico sul fronte.
Modernizzare non è sempre un bene
Se un gioco di 15 anni è ancora divertente significa che è un ottimo gioco. Star Wars Battlefront è un ottimo gioco, uno dei pochi a cui mi piace ancora giocare dopo tutto questo tempo. Lo preferisco a tanti titoli multiplayer moderni. Può dirsi che l’effetto nostalgia renda la mia opinione irrazionale e inconsciamente nasconda i numerosi difetti del FPS targato Pandemic Studios. Ma ha importanza? Alla fine quello che conta non è divertirsi?