Nell’innevata New York natalizia un nuovo Spider-Man oscilla con la sua tela tra i palazzi. Sotto la maschera si nasconde Miles Morales.
Studente promettente della Brooklyn Visions Academy, Miles è stato morso da un ragno geneticamente modificato e, seguendo l’esempio dell’Uomo Ragno originale Peter Parker, è diventato un vigilante mascherato.
Storie ragnesche
Nella narrativa è di uso comune giustificare le azioni dei personaggi con una motivazione personale. Ad esempio sentimenti forti come l’odio o l’amore sono facile da utilizzare perché comprensibili al pubblico e sono sempre una scusa abbastanza realistica per dare senso alle scelte di un personaggio.
Marvel’s Spider-Man: Miles Morales abusa questo approccio. Infatti, seppur scritto con cura per i personaggi e con una trama in linea con il genere fumettistico, le coincidenze sono eccessive.
Di per sé questo non è un difetto: non compromette una sceneggiatura validissima che fa un ottimo lavoro nell’introdurre il nuovo Spider-Man. Semplicemente mi ha fatto storcere il naso questo abuso di escamotage narrativi.
Un finale alternativo (SPOILER)
Tinkerer vuole distruggere il palazzo della Roxxon per vendicarsi della morte del fratello. Il piano prevede danni solo alla struttura e non alle persone. Spider-Man/Miles Morales non è d’accordo perché vuole fermare la Roxxon tramite vie legali e pertanto fa di tutto per impedire all’amica di eseguire il suo piano. La sua è una scelta personale dettata dalla morale di supereroe mentre quella di Phil è emotiva ma comunque non così “malvagia” da essere scartata. Si crea quindi uno scontro di ideali, a cui il giocatore può partecipare mentalmente.
Questo conflitto tra i due personaggi perde d’interesse quando si scopre che il reattore che Tinkerer vuole far esplodere è stato modificato e il suo sovraccarico distruggerebbe oltre che l’edificio Roxxon anche tutta Harlem.
Se prima fermare Tinkerer era una scelta soggettiva ora, con la vita di persone innocenti a rischio, è diventata oggettiva. Fintanto che anche Phin se ne rende conto e decide di sacrificarsi per salvare tutte quelle persone che il suo odio stava per uccidere. Una redenzione in tempo record.
Avrei trovato più interessante la strada dello scontro morale. Phin e Miles combattono e distruggono la loro amicizia perché hanno visioni del mondo diverse. Phin vive e Miles rimane col rammarico di non essere riuscito a salvare un’amicizia.
Interessante l’uso di attività secondarie per raccontare alcuni retroscena dei personaggi. Una motivazione in più per completarle.
Ragno combattimenti
Per quanto riguarda il gameplay c’è ben poco da aggiungere rispetto alla recensione che scrissi due anni su Marvel’s Spider-Man. Le uniche novità sono i poteri venom di Miles: servono per stordire gli avversari e distruggere le difese dei nemici che usano la materia programmabile. Il potere si ottiene riempiendo una barra di energia tramite i punteggi delle combo. La stessa barra utilizzata per rigenerare la vita. Questa soluzione mette il giocatore nella scelta di utilizzare l’energia per curarsi (andare sul sicuro quindi) o attaccare con più forza. Un modo interessante per stimolare il giocatore.
Le fasi stealth sono facilitate dall’utilizzo dell’invisibilità. La sua durata è minima ma comoda per scomparire agli occhi dei nemici.
Il sistema di combattimento è solido e facile da utilizzare. Leggermente limitato in abilità e gadget a disposizione rispetto al capitolo precedente ma garantisce comunque una buona libertà di approccio.
New York natalizia con le ragnatele
New York sotto le feste natalizia dicono sia bellissima. Io purtroppo non ci sono mai stato (ma appena ci vado aggiorno la recensione) e quindi non posso fare paragoni tra quella reale e la virtuale in Marvel’s Spider-Man: Miles Morales. Tuttavia posso garantirvi che l’isola di Manhattan è bellissima sotto la neve quando si penzola tra un palazzo all’altro come anche a terra con i negozi addobbati per il Natale.
La versione PS4 (chiedete a Sony perché non mi hanno mandato una PS5, e se ci riuscite passatemi il contatto) non differisce dal punto di vista tecnico rispetto al gioco del 2018. Sorprende tuttavia la velocità con cui riesce a caricare i checkpoint e l’ultimo salvataggio: questione di secondi.
Forse Sucker Punch gli ha insegnato qualche trucco imparato da Ghost of Tsushima.
Spider-Man di transizione
Marvel’s Spider-Man: Miles Morales è la continuazione del capitolo originale da cui prende gameplay e ambientazioni senza particolari cambiamenti. Se avete amato il primo gioco (come me) vi piacerà anche questo (anche perché è un continuo della storia), se l’avete odiato non cambierete idea.
Commento Finale
Marvel's Spider-Man: Miles Morales è uno spin-off ben realizzato che farà felici i fan del primo gioco. Graficamente eccellente e con un gameplay ben progettato e stimolante. Attività secondarie per aumentare la longevità che, se si segue solo la storia principale, si ferma sulle sette ore. Un aperitivo per un futuro secondo capitolo che potrebbe arrivare non così tardi.