Debole nel gameplay e nella storia, Hogwarts Legacy è un gioco che solo i fan più accaniti (e acritici) di Harry Potter possono amare.
Ogni anno, verso fine novembre, rivedo la saga di Harry Potter. Una tradizione condivisa da molti che, come me, hanno vissuto la loro infanzia (e adolescenza) seguendo le avventure del maghetto più famoso di tutti i tempi. Nonostante i vent’anni passati, il mondo magico partorito dalla brillante mente di J.K. Rowling riesce sempre a sollecitare la mia fantasia, i suoi personaggi appassionarmi e la sua storia emozionarmi. Pertanto è inutile dire quanto attendevo con impazienza l’arrivo di Hogwarts Legacy, titolo sviluppato da Avalanche Software, il quale prometteva di essere la miglior esperienza ludica dedicata al Wizarding World.
Purtroppo, l’incantesimo è andato storto.
Magia antica, storia antica
Il mondo magico di Harry Potter non sarebbe nulla senza le storie dei suoi personaggi. Non bastano infatti qualche bizzarra magia, una piacevole musica e buffe creature (dico a te, Animali Fantastici e dove trovarli) ma ci vogliono protagonisti con cui è facile relazionarsi e affezionarsi.
Vorrei dire che Hogwarts Legacy è riuscito a creare questi personaggi, ma come direbbe Dolores Umbridge: “non devo dire bugie”.
Un protagonista senza perdono
Il protagonista (senza nome in quanto assegnato dall’utente) è privo d’identità.
Gli sceneggiatori, infatti, si sono assicurati che da nessuna linea di dialogo fuoriuscisse qualche segno di personalità del protagonista. Sembra di ascoltare un robot che imita un essere umano: forzatamente felice e opprime le orecchie con un tono di finto entusiasmo estremamente fastidioso.
Le scelte effettuate non hanno praticamente nessun impatto sulla storia, tranne per una specifica missione. Pertanto è irrilevante se ci si comporta da “buoni” o “cattivi” perché le conseguenze non esistono: il protagonista viene sempre dipinto come un giusto e magnanimo eroe.
Il protagonista di Hogwarts Legacy è in definitiva senz’anima, che è in parte la persona più felice e generosa al mondo, e dall’altra uccide, tortura e ruba senza nessuna remora. Uno dei peggiori casi di dissonanza videoludica. Un problema che affligge anche il resto del gioco. Inoltre, trovo sia una contraddizione narrativa o un buco di trama il fatto che il protagonista sia un abilissimo duellante, capace di sconfiggere qualsiasi genere di minaccia e utilizzare la potente magia antica, ma non conosce diversi incantesimi base. Ancora più fastidioso il fatto che qualunque cosa faccia diventi automaticamente il migliore, battendo chiunque al primo tentativo.
Un incanto Oblivion sarebbe stato meglio
Incredibile come da un mondo così ricco di potenziale, da dove ricavare infinite idee, gli sceneggiatori di Hogwarts Legacy siano riusciti a scrivere una storia acerba, priva di mordente e incapace di emozionare in qualunque modo, e che diventa ancora più brutta quando ci prova artificiosamente.
Non solo narrata male, con una regia di due decadi fa, ma sviluppata peggio tramite le missioni. A parte qualche idea interessante, le missioni principali tendono a essere ripetitive, poco entusiasmanti e senza aggiungere nulla di nuovo, con alcuni dei boss più brutti che abbia mai dovuto affrontare.
Al contrario, le quest secondarie sono sorprendentemente solide, sia per scrittura della storia che sia per i livelli. La trama è più semplice e chiara, con alcuni momenti drammatici che quasi non sembrano appartenere a un gioco del genere. Inoltre, c’è quel senso di mistero e avventura che manca invece alla storia principale. Ho apprezzato molto il fatto che i personaggi abbiano il carattere tipico della loro casa. I membri di serpeverde sono ambiziosi e inclini alle arti oscure, i tassorosso amanti degli animali e i grifondoro sprezzanti del pericolo e coraggiosi.
Ultima nota dolente, la colonna sonora di Hogwarts Legacy manca completamente di originalità. Quando non sono estremamente generiche e poco ispirate, le musiche sono delle scopiazzature dei film di Harry Potter e anche altri film (c’è la traccia della quarta prova che è chiaramente un rifacimento di Dragon Trainer).
Incrociare le bacchette
Il mondo di gioco è pieno zeppo di nemici, e pertanto una delle attività che più spesso si effettuano nel gioco sono i combattimenti.
Fortunatamente, il sistema di combattimento di Hogwarts Legacy è una delle parti migliori (con qualche difetto).
L’azione è veloce, i movimenti del personaggio fluidi e gli incantesimi sono efficaci e, seppur non particolarmente diversificati, restituiscono una sensazione di potenza anche maggiore di quella espressa nei film. I vari incanti possono essere combinati tra loro in modo da aumentare i danni o tenere gli avversari in uno stato di blocco. Ad esempio, accio + incendio attira il nemico verso il giocatore e poi lo brucia. Ci sono combinazioni che permettono di tenere un nemico in area per svariati secondi, altre che congelano e poi fanno esplodere il bersaglio.
Gli avversari hanno punti deboli che il giocatore può sfruttare. Infatti, osservando attentamente e colpendo nel momento e modo giusto è possibile danneggiare pesantemente un nemico. Per dirne una, expelliarmus può fare rimbalzare un incantesimo nemico se attaccato in un preciso momento. Oppure un Troll può essere colpito con il suo stesso macigno, se rilanciato col tempismo corretto. Queste tecniche di combattimento sono descritte nella guida del gioco e, seppur aggiungano profondità al gameplay, il giocatore è poco stimolato a utilizzarle a causa della limitata aggressività e potenza degli avversari. Se uno scontro è troppo semplice non c’è incoraggiamento a provare strategie diverse, se non per semplice curiosità.
Comandi sbagliati
La configurazione dei comandi è poco ottimale: gli incantesimi sono divisi in gruppi da quattro e si passa da un altro tenendo premuto RT più le frecce analogiche. Quando si effettua questa azione il tempo né si ferma né rallenta, e costringe il giocatore a guardare in basso a destra dove vengono mostrati i poteri attivi. Anche dopo aver imparato a memoria l’assegnazione degli incantesimi (che si può cambiare come si vuole) rimane un sistema poco comodo ed efficiente durante i combattimenti. Giocando con mouse e tastiera rimangono i quattro gruppi (selezionabili tramite rotellina del mouse), e non è quindi possibile assegnare gli incanti a un pulsante qualsiasi (esiste una mod in compenso).
Una soluzione per risolvere questo problema sarebbe stata rendere gli incantesimi contestuali, ovvero attivabili solamente quando è necessario. Ad esempio, non ha senso avere sempre disponibile l’incantesimo di evocazione se serve esclusivamente nella stanza delle necessità. Come nella stanza delle necessità non serve incendio o altri incanti da combattimento. Avrebbe più senso che questa magia non fosse direttamente disponibile al giocatore ma contestuale, cosa che hanno fatto con l’incanto alohomora che si attiva solo quando si deve forzare una porta.
Ad ampliare le possibilità di combattimenti c’è la sezione talenti. Questi sono i classici potenziamenti per il personaggio che permettono di sbloccare, al costo di un punto livello, nuove abilità. Ad esempio, estendere la potenza dell’attacco incendio oppure rendere diffindo in grado di attraversare più avversari. I talenti variano il gameplay ed è un peccato non siano stati ulteriormente approfonditi.
Mancanza di varietà
I nemici mancano di varietà e fanno spesso utilizzo di quello che io definisco il giochino dei colori, ovvero quando un nemico illuminato di un colore può essere danneggiato solo con un potere dello stesso colore. Un sistema che, con tutta sincerità, ho sempre detestato perché costringe a cambiare abilità eliminando parte della libertà del giocatore.
Protego!
Il gioco include un sistema di parata attiva (la parry, per voi amanti degli inglesismi), che si effettua lanciando l’incanto protego al momento giusto. Il tempo per parare è molto generoso, e se si tiene premuto il tasto si lancia uno stupeficium di contrattacco. Ci sono altri attacchi che vanno schivati, ma l’avviso arriva con tanto anticipo come per quello della parata.
Questa tolleranza rende basso il livello di sfida. Una scelta in parte giustificata dalla necessità di accogliere ogni tipo di pubblico, compreso quello dei più piccoli alle prime armi. Ciononostante, anche optando per difficile nel menù di gioco, per un giocatore medio (o almeno io mi considero tale) i combattimenti non sono mai una sfida: i nemici attaccano con timidezza, talvolta rimanendo fermi per lunghi secondi, e il giocatore viene avvertito dei loro attacchi con generoso anticipo, e altrettanto generoso è il tempo per agire. A queste facilitazioni si aggiungono la potenza delle meledizioni senza perdono e l’abbondanza di pozioni curative trasportabili. Inoltre, come è normale per i giochi di ruolo, l’aumento di livello per personaggio ed equipaggiamenti rende ancora più raro vedere la schermata del game over.
Interfaccia poco dinamica
L’interfaccia utente si può attivare o disattivare, e non c’è nessun modo per renderla dinamica come fanno diverse produzioni moderne. In un gioco in cui l’immersione nel mondo è fondamentale può essere fastidioso vedere continuamente elementi grafici su schermo quando non sono per nulla necessari.
Gli incantesimi sono anche fondamentali in diversi puzzle che il giocatore deve affrontare. Seppur semplici, sfruttano la magia in maniera intelligente e presentano un adeguato livello di sfida. Ovviamente nulla che richiede di spremere le meningi, se non in qualche particolare caso.
Draco dormiens nunquam titillandus
Camminare per i corridoi del castello è sicuramente la parte migliore di Hogwarts Legacy.
Non c’è infatti un singolo posto a Hogwarts che non sia stato curato nei dettagli, impreziosito da quadri e statue, e fedele ai canoni estetici medievali tipici del castello magico. La fedeltà è anche nei confronti dei libri, i quali sono stati usati come fonte per creare quelle stanze che nei film non sono mai state mostrate, come la sede comune di Corvonero e Tassorosso.
Camminando tra i corridoi si vedono siparietti comici come incidenti di natura magica, oppure fantasmi che si aggirano passando attraverso le pareti intenti a chiacchierare delle loro vite passate. Statue che si muovono e ogni tanto combattono, e gatti che si aggirano in attesa che qualcuno li accarezzi.
Una realizzazione del castello fedele e nettamente superiore a qualsiasi gioco uscito precedentemente, ed è un peccato che tale lavoro sia puramente estetico.
Infatti, seppur la direzione artistica sia indiscutibile, le attività all’interno di Hogwarts sono poche, e limitate a enigmi semplici e ripetitivi. Inoltre, il tempo passato nel castello è relativamente poco, in quanto la maggior parte delle missioni, primarie e secondarie, si svolgono al di fuori delle mura, tra i villaggi intorno. Villaggi pieni di nemici, attività secondarie, per lo più riempitive, caverne da scoprire e negozi dove comprare e vendere cose. Insomma, l’ennesima open-world visto e rivisto un sacco di volte, con gli stessi identici problemi e che poco c’entra con il mondo di Harry Potter. Sarebbe stato bello visitare altri luoghi durante le missioni, almeno quella primarie, ma per qualche strana ragione si svolgono quasi tutte sottoterra, con una scarsa varietà ambientale.
Questo è uno dei motivi per cui in Hogwarts Legacy non ho sentito la magia. Quella magia calorosa e nostalgica che mi ha accompagnato negli anni, e in questo gioco replicata solo superficialmente.
La stanza dei giochi
La stanza delle necessità è una sala segreta all’interno di Hogwarts che il giocatore può ammobiliare e personalizzare. Si possono aggiungere postazioni per la creazione di pozioni, coltivazione di piante e altri accessori. Nel corso dell’avventura, si attivano ambienti dove allevare gli animali salvati, che vanno nutriti e spazzolati per ottenere da loro risorse necessarie per potenziare l’equipaggiamento.
Chimico provetto
Le pozioni richiedono solamente di premere un pulsante e poi aspettare diversi minuti. Qual è il senso? Non sarebbe stato meglio sostituire la creazione di pozioni con un minigioco (lo faceva bene il tie-in di Harry Potter e il principe mezzosangue). Invece, per qualche strano ragione, gli sviluppatori hanno pensato fosse meglio fare attendere il giocatore. Lo stesso vale per le piante.
La stanza delle necessità può essere decorata con moltissimi elementi estetici (che vanno sbloccati) e decidere lo stile e colore di ogni sua parte. Per quanto apprezzi sempre un gioco in cui posso dare sfogo alla mia creatività di interior designer, trovo che decorare una stanza in terza persona sia alquanto scomodo e perditempo. Avrei preferito che al posto di incantesimi di evocazione ci fosse stato un altare, che quando attivato, trasforma il gioco in una specie di gestionale con visuale dall’alto (al Two Point Campus, per fare un esempio recente) e da cui aggiungere e modificare facilmente i mobili.
Inoltre, mi chiedo: era veramente necessaria la stanza delle necessità? Trovo poco saggio da parte degli sviluppatori tralasciare attività potenzialmente più interessanti, come il Quidditch, per aggiungere questa specie di Animal Crossing del mondo magico.
Un gioco di ruolo con la cicatrice
Quando si sviluppa un videogioco bisogna avere sempre ben in mente l’obiettivo finale. Nel gioco Marvel’s Spider-Man Insomniac Games ha sviluppato il gameplay, come le altre parti del gioco, con l’obiettivo di simulare fedelmente la vita del noto supereroe Marvel. In The Last of Us Naughty Dog ha costruito storia, ambientazione e meccaniche intorno al tema della sopravvivenza umana.
Avalanche Games non ha lavorato in questo modo: Hogwarts Legacy è l’ennesimo titolo che aggiunge elementi ruolistici solo per questioni di moda e marketing.
Abiti, abiti ovunque.
Il protagonista può essere vestito con diversi indumenti e accessori. Questi oggetti indossabili hanno delle statistiche, le quali sono però limitate solo alla difesa e all’attacco, senza conferire bonus unici o particolari. L’aspetto estetico degli abiti può essere cambiato a prescindere dall’oggetto in uso. Anche se si indossa un cappello a punta, per fare un caso, è possibile nasconderlo oppure modificare l’apparenza imitando quella di un altro oggetto, basta che questo sia stato posseduto una volta.
Non c’è un singolo motivo per tenere oggetti con statistiche inferiori, con il risultato che la maggior parte del tempo si indossa un singolo capo per categoria, e gli altri vanno venduti in negozio. Se avessero creato vestiti con abilità uniche avrebbe potuto avere senso tenere i capi, permettendo anche una maggior personalizzazione della build del personaggio.
Nelle fasi avanzate del gioco è possibile aggiungere potenziamenti agli abiti, come ad esempio, aumentare l’effetto di uno specifico incantesimo; oppure ancora la resistenza agli attacchi di alcuni nemici. Tali potenziamenti possono essere assegnati a uno o più oggetti dell’abbigliamento, rendendo i loro effetti sommabili. Pertanto è possibile aumentare esponenzialmente uno specifico incanto, o decidere di avere una build più variata. Tuttavia, questi potenziamenti vanno cercati o sbloccati, e poi bisogna cercare i materiali per crearli, materiali che vengono da animali che bisogna prima catturare e poi allevare (o comprare a caro prezzo le risorse in negozio).
Gli abiti giocano a nascondino
Il gioco tende a offrire oggetti sbloccati, ovvero di un livello superiore a quello del giocatore, oppure nascosti: appaiono con un punto di domanda e le statistiche nascoste. Per svelare le caratteristiche dell’oggetto bisogna andare nella stanza delle necessità e tenere premuto un pulsante su uno strumento dedicato. Questi indumenti non hanno nulla di speciale, e la loro natura celata serve solo a prolungare l’avventura. Se avessero messo, per dire, un oggetto estremamente potente o con caratteristiche particolari, che si può utilizzare solo risolto un enigma sarebbe stato più interessante e stimolante.
Una grande fatica per una ricompensa minore, soprattutto data la bassa difficoltà del titolo e quindi i pochi incentivi a potenziare il personaggio, se non per la smania di avere a tutti i costi le statistiche al massimo.
Nessuna regola
Molte scelte di design in Hogwarts Legacy scozzano completamente con quello che dovrebbe essere un simulatore della vita di maghi e streghe a Hogwarts.
Non ha alcun senso che uno studente di Hogwarts trovi in giro abiti e vestiti, rubandoli da forzieri, come non ha senso possa indossare qualsiasi genere di vestito (comprese armature) senza che nessuno batta ciglio, quando il regolamento impone d’indossare la divisa (tranne nel tempo libero).
Insegnanti ricattatori
Alcuni incantesimi possono essere ottenuti completando degli incarichi. Questi possono essere per esempio “utilizza la pozione dell’invisibilità” oppure “utilizza la mandragola contro più nemici”. Delle azioni forzate e poco naturali, che non sono nemmeno delle sfide ma servono solamente a far perdere tempo. Infatti, occorre tempo per le pozioni, oppure occorre tempo per guadagnare abbastanza soldi per comprarle. La cosa più assurda è che questi compiti vengono assegnati da professori. Professori di Hogwarts che impongono a uno studente degli incarichi insensati in cambio dell’apprendimento di un incantesimo; apprendimento che dovrebbe essere dato gratuitamente essendo Hogwarts una scuola, gli insegnanti obbligati a insegnare e gli studenti a imparare. Questo genere di sfide non hanno nulla a che vedere con il mondo narrativo di Harry Potter, ma servono esclusivamente per allungare il brodo in cambio di qualcosa che magari non è nemmeno così utile.
Com’è possibile che uno studente possa andare in giro di notte? O dentro la foresta nera senza che nessuno se ne accorga o dica niente?
Non sembra di essere uno studente di Hogwarts ma un personaggio di un gioco che vive in un mondo costruito esclusivamente per soddisfare le esigenze del giocatore. Un mondo dove si può fare quel che si vuole senza alcuna conseguenza. Un mondo vicino all’estetica di Harry Potter ma non alle sue regole.
Fastidiosamente banale e derivativo
Hogwarts Legacy è un gioco di ruolo comune riempito con i contenuti di Harry Potter. Le stesse meccaniche e le stesse idee viste in altri titoli, e l’unica cosa a fare la differenza è il castello di Hogwarts. Gli sviluppatori non hanno avuto una direzione artistica e nessun intento autoriale, ottenendo come risultato un discreto videogioco incapace di rappresentare appieno il materiale originale. Una produzione che sembra per certi versi paragonabile a quella di un gioco mobile, infestata da buonismo e servilismo per accontentare tutti, ma allo stesso evitando di prendere qualsiasi genere di posizione.
scritto da Filippo Giacometti e pubblicato il giorno
Dopo 55 ore di gioco posso affermare senza alcun dubbio che Hogwarts Legacy non è né magico né un bel videogioco. Datato e inadeguato in molte sue parti del gameplay, imbarazza per una storia derivativa e senza cuore, diretta da persone incapaci di replicare, anche in parte, le emozioni di film e libri. Se non fosse per la maestosa e fedele riproduzione del castello di Hogwarts, e uno sistema di combattimento tutto sommato soddisfacente, Hogwarts Legacy non riuscirebbe a raggiungere la sufficienza. Altro se non siete fan sfegatati di Harry Potter, o abbastanza permissivi, non ho ragione di consigliarvi questo gioco. Un gioco che, in barba alle polemiche su J.K. Rowling (che non condivido), sta avendo grande successo. Successo che considero immeritato, e che porterà sicuramente a un seguito sviluppato, temo, dalle stesse incuranti persone.
Gameplay
Meccaniche di gioco e level design
62
Tecnica
Grafica e ottimizzazione
60
Arte
Direzione artistica, storia e musiche.
70
Esperienza utente
Interfaccia utente, accessibilità e fruibilità
70
Non conosci il sistema di valutazione?
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Commento Finale
Dopo 55 ore di gioco posso affermare senza alcun dubbio che Hogwarts Legacy non è né magico né un bel videogioco. Datato e inadeguato in molte sue parti del gameplay, imbarazza per una storia derivativa e senza cuore, diretta da persone incapaci di replicare, anche in parte, le emozioni di film e libri. Se non fosse per la maestosa e fedele riproduzione del castello di Hogwarts, e uno sistema di combattimento tutto sommato soddisfacente, Hogwarts Legacy non riuscirebbe a raggiungere la sufficienza. Altro se non siete fan sfegatati di Harry Potter, o abbastanza permissivi, non ho ragione di consigliarvi questo gioco. Un gioco che, in barba alle polemiche su J.K. Rowling (che non condivido), sta avendo grande successo. Successo che considero immeritato, e che porterà sicuramente a un seguito sviluppato, temo, dalle stesse incuranti persone.