Bazzicando nel web vi sarete imbattuti almeno una volta in un termine moderno: hype. Che cos'è? Da cosa è generato e come viene utilizzato?
Ogni qualvolta annunciano un nuovo gioco della nostra saga preferita o un titolo appena presentato che desideriamo arduamente avere nella nostra collezione, veniamo travolti da un’emozione che ci accompagnerà per tutta l’attesa: hype.
Questo miscuglio di eccitazione, contentezza e trepidazione è qualcosa che almeno una volta nella vita abbiamo tutti provato. Attendere qualcosa e nell’attesa avere quella sensazione di euforia a volte incontrollabile. Dimenticarci di tutto quello che succede intorno perché, in quel momento, siamo occupati a pensare al futuro quando quella cosa che tanto desideriamo sarà avvenuta.
Nel nostro caso, noi videogiocatori, proviamo hype quando viene mostrato per la prima volta quel gioco della serie che tanto amiamo. Guardiamo con emozione il trailer, un breve filmato, che fa salire la nostra eccitazione al livello superiore. Siamo felici se quello che vediamo ci piace, siamo tristi se non ci piace. Se ci piace compreremo quel gioco quasi per certo, se non ci piace vedremo se i nostri dubbi saranno confutati o meno il giorno delle recensioni.
Quante volte ci siamo incazzati nel vedere una persona giocare prima di noi al gioco che tanto agogniamo? Quante volte abbiamo guardato fuori dalla finestra di casa in cerca di tracce del corriere che detiene il nostro oggetto dei desideri? Personalmente, abbastanza volte. Ma sono sicuro che anche a voi sarà capitato altrettanto. Alla fine le emozioni non sono qualcosa di cui abbiamo il controllo totale (non siamo vulcaniani), e spesso ci lasciamo andare per magari qualcosa per altri stupido, come appunto un gioco, ma non per noi che, se dovessimo decidere tra la fine del mondo o ricevere un giorno prima il pacco…
Arma di massa
Siamo umani e proviamo emozioni, e le emozioni possono essere manipolate e questo le agenzie pubblicitarie lo sanno molto bene. Trailer pirotecnici, spettacolari, stacca mascella in grado di suscitare isteria tra i fan e portarli a tirare fuori il portafoglio mentre pubblicano la gif con la citazione di Futurama memoria “Shut Up And Take My Money”.
Non ve ne accorgete, non ce ne accorgiamo, ma siamo appena stati sottomessi dalla potenza di una strategia di marketing ben precisa, che ha richiesto anni di ricerca, analisi di mercato, sondaggi e studio sui dati di vendita. Chi si occupa di pubblicità sa che per vendere un prodotto bisogna farlo piacere all’acquirente, che sia l’ultimo modello di iPhone o l’ennesimo gioco di Call of Duty ha poco importanza. L’importante è rendere appetibile quello che vogliamo vendere.
Ritornando al nostro hobby preferito, i mezzi pubblicitari che vengono usati sono quasi totalmente visivi: teaser trailer, trailer ufficiale, video gameplay, diario degli sviluppatori, diretta… Il modo migliore per far conoscere un gioco è mostrarlo. Il giocatore ha bisogno di vedere per capire ed è per questo che è fondamentale per il reparto marketing sapere cose mostrare, come e quando.
Quando mostrare il primo trailer di un gioco? Quanto deve durare? Cosa deve mostrare? Sono domande che ogni capoccia del marketing si pone quando è il momento di mostrare al mondo la loro ultima creazione. Un ottimo trailer significa riuscire ad attirare il pubblico, magari facendo sembrare un gioco brutto un gioco eccellente che il pubblico non vede l’ora di comprare. Un trailer che eccita, che genera..hype. Il trailer deve stuzzicare, far venire i brividi, colpire lo spettatore, persuaderlo all’acquisto, mettergli in testa che vuole quel gioco.
Dopo i trailer arrivano i video gameplay, le presentazioni, dirette e la strategia non cambia: cosa mostrare del gioco? Quale livello? Che cosa dire al pubblico? Una scelta accurata dettata dalle aspettative degli utenti. Decidere accuratamente quali fotogrammi montare stando attenti a non deludere la aspettative, incanalare le emozioni con la giusta sequenza di immagini, senza però dire troppo, mantenendo una certa riservatezza senza svelare tutto, così da suscitare curiosità e la voglia di sapere di più, sempre di più.
Pubblicità 2.0
Prima di rilasciare il trailer di annuncio ufficiale di Call of Duty: Infinite Warfare, Activision ha pubblicato nei giorni prima dei teaser trailer che presentavano le due fazioni che si daranno battaglia nel nuovo titolo della serie. Questo genere di filmati serve ad attirare l’attenzione, come una specie di preambolo al grande annuncio che avverrà i giorni successivi. Infatti non è inusuale vedere il trailer dei trailer: un filmato che annuncia la data d’uscita del trailer ufficiale. La campagna pubblicitaria non si è fermata solo al web ma è stata inserita all’interno diCall of Duty: Black Ops 3: nella mappa Nuk3town è stato fatto girare il teaser trailer nei display virtuali del gioco mentre si sentiva un’audio di sottofondo.
l’hype è uno strumento potente che può rivelarsi a volte un’arma a doppio taglio: se da una parte può essere utilizzato per incrementare le vendite mostrando materiale che piace al pubblico, anche ingannevole, facendo sembrare un gioco discreto un capolavoro indiscutibile, può anche accadere l’opposto ovvero un trailer che non piace al pubblico anche se si tratta di un eccellente prodotto.
Il trailer è come la copertina di un libro: non si dovrebbe mai giudicare in maniera superficiale ma la maggior parte delle persone lo fanno perché è la cosa più facile da fare. Lo stesso avviene per un videogame; il primo impatto è quello che conta di più, quei pochi istanti che decideranno il nostro interesse o meno verso quel gioco.
I mostri del hype
Gli utenti, si sa, possono essere spesso incontenibili e farsi trascinare facilmente dalle emozioni che l’amore per un gioco genera. L’utente si trova quindi in uno stato di continua ricerca di informazioni, leak, rumor e qualsiasi altra fonte di giovamento da leggere e guardare per rendere l’attesa meno atroce. Basta un tweet dello sviluppatore, una frazione di immagini apparsa in un forum o qualche notizia nemmeno confermata. L’utente ha fame di informazioni e qualsiasi cosa gli si ponga davanti se lo mangia, trangugia qualsiasi cosa infischiandosene se il cibo è buono o cattivo.
Questo folle amore per il gioco che attendiamo ci rende vulnerabili agli inganni perché pensiamo con mente poco lucida trascinati dalle emozioni dell’hype. Una vulnerabilità che non solo le case sviluppatrici sanno sfruttare ma anche qualche buontempone con la mania degli scherzi.
Un esempio recente è il leak di “Battlefield Eastern Front”: lo youtuber The Lanky Soldier è un grande fan della serie bellica DICE e ha deciso un giorno di creare un foglio da lavoro, ovviamente completamente falso, del nuovo Battlefield col nome inventato “Eastern Front” con tanto di lista dei DLC e finti appunti. Qualche minuto in Photoshop, stampa il tutto, scatta una foto e poi pubblica sul web sotto falso nome e in poco tempo l’immagine ha fatto il giro di forum e blog sotto l’attenzione degli utenti affamati di informazioni. La notizia è stata ripresa da tutti i media, come rumor, e solo in pochi si sono accorti che era un falso.
The Lanky Soldier ha deciso il 30 aprile di svelare l’inganno pubblicando un video dove spiega che lui è l’autore del leak e in cui parla di quanto l’hype rende cieche le persone.
Un altro esempio di quanto l’hype possa essere alcune volte dannoso; quando un autore di una testata giornalistica recensisce uno dei giochi più attesi dell’anno assegnandogli un voto al di sotto della media, e soprattutto al di sotto delle aspettative degli utenti. Se fossimo in un mondo civile gli utenti rispetterebbero il parere della persona che il gioco l’ha giocato e ha giustamente voluto esprimere le sue opinioni in merito, che dopo si sia d’accordo o meno ha poco importanza.
Invece viviamo in un altro mondo, in uno in cui chi critica malamente un gioco da tutti idolatrato viene messo alla forca virtuale da una sterminata massa di fanboy isterici i quali, ammaliati dall’amore per quel titolo, pretendono anche gli altri la pensino uguale. Un caso recente è la recensione di Uncharted 4: Fine di un Ladro scritta da Steven Burns per videogamer.com. Dopo aver provato il gioco con attenzione il recensore ha deciso che il voto giusto è un 8 pieno.
Essendo da moltissimi, compreso me, un fan della serie e il suo sviluppatore Naughty Dog, Uncharted 4: Fine di un Ladro è molto atteso e da diverse persone era considerato un capolavoro ancora prima dell’arrivo delle recensioni. La stampa specializzata ha lodato il gioco con una media voti che si attesta sul 94/100, pertanto il voto così basso assegnato da Steven Burns ha provocato l’isteria di molti utenti con insulti all’autore e disprezzo per la sua recensione, a dette di questi ultimi completamente sbagliata seppure nessuno di questi il gioco l’abbia mai provato.
A volte è una scelta della testata online mettere voti bassi a giochi molto attesi solo per far parlare di sé e così guadagnare in maniera poco professionale visualizzazione. Non sapremo mai qual è la verità. Fatto sta che videogamer.com, dopo il risma di commenti negativi, ha voluto scusarsi con gli utenti per la cattiva recensione del collega tramite un post .
Si tratta ovviamente di una lettera ironica, in cui lo staff di Videogamer.com si scusa per avere una opinione e dice di aver punito Steve per la terribile recensione.
Cominciamo con forse il nostro più grave errore possibile: avere opinioni
videogamer.com
Hype, Hype !
Non fatevi prendere dall’hype. Non dico di non essere felici dell’arrivo nei negozi del vostro gioco preferito ma sappiate che quando la vostra eccitazione è fuori controllo, perché quello che pensate sia il capolavoro della vita potrebbe non esserlo lasciando in voi una grossa delusione; perché vi rende bersagli facili da ogni falso rumor e leak; e perché vi può trasformare in persone estremamente suscettibili, malate in modo insensato e stupido per qualcosa che alla fine non vale tutta quella pena.
scritto da Filippo Giacometti e pubblicato il giorno