Le mie impressioni sulla beta di Star Wars Battlefront. Tra i freddi ghiacci di Hoth e le lande di Sullust ho analizzato difetti e pregi dello shooter DICE.
Faceva caldo e mi trovavo in Germania l’ultima volta che entrai in contatto con Star Wars Battlefront. Lo sparatutto DICE mi colpì per la sua freschezza e fruibilità, un comparto tecnico maestoso e un’incredibile assuefazione. Fortunatamente a distanza di due mesi, EA ha permesso a tutti di provare il gioco grazie a una BETA pubblica disponibile per tutte le piattaforme di lancio.
Configurazione e primo approccio al gioco
Nonostante DICE consigliasse una GTX 970 e 16 gb di RAM tra i requisiti raccomandati, con la mia configurazione media (GTX660ti, 8 gb di RAM e processore i5 serie 3000) il gioco si è settato in automatico con tutto i dettagli ad alto, mantenendo durante le sessioni un framerate costante di 60. Il Frostbite si dimostra ancora una volta un motore di gioco potente e leggerissimo allo stesso tempo.
Per tenere il framerate su 80 (per sfruttare di più il mio monitor a 120hz) ho settato la grafica su medio. Nonostante il calo di qualità, grazie a un eccellente comparto artistico, Star Wars Battlefront è una gioia per occhi oltre a essere fedele al 100% alle ambientazioni partorite dalla mente di George Lucas.Inizio una partita alla modalità cooperativa Survival: uno o due giocatori devono sopravvivere ad una serie di ondate di nemici crescenti in forza e numero. Fortunatamente sono riuscito a trovare un compagno online e, buttatomi a capofitto in questa “modalità orda” tra i deserti di Tatooine, ho eliminato truppe imperiali e AT-ST come non ci fosse domani.
Questa modalità era una semplice demo limitata a sole 5 ondate e fruibile unicamente al livello di difficoltà più basso (la leggendaria mira degli Stormtrooper). Un semplice allenamento per familiarizzare con i comandi e settare le postazioni.
Mi soffermo per poche righe sul problema della connessione: in Italia, come sappiamo, non abbiamo certo il primato per le ADSL più veloci (al massimo l’incontrario), questo significa un ping più alto che va a svantaggiarci nelle partite online. Ho notato che i colpi necessari per eliminare un nemico, mentre giocavo nella beta, erano maggiori rispetto quanto visto nei video su Youtube o il provato a Colonia. Il ping è così alto da snaturare il gameplay del gioco stesso, imputando sia DICE e EA per dei server con presenza di lag e, per l’ennesima volta, le infrastrutture ADSL italiane.
Ricollegandomi a quanto scritto prima, in Star Wars Battlefront non è possibile in alcun modo conoscere il proprio ping, né selezionare i server, tanto meno creare una propria lista dei preferiti e avere una cronologia come accade col Battlelog. Questa a parere mio è una mancanza non da poco perché non permette ai giocatori di selezionare la miglior partita in base alle proprie preferenze.
Come nel film originale, anche in Star Wars Battlefront le truppe imperiali hanno una mira discutibile
Dropzone
Ormai pronto a giocare seriamente, inizio una partita competitiva alla modalità Dropzone: due squadre da 8 giocatori si sfidano per il controllo dei pod che precipitano all’interno della mappa in un punto casuale. Quando una squadra trova il pod deve difenderlo per un tot di tempo per essere conquistato. La squadra con più pod conquistati vince.
Nel non esattamente accogliente pianeta di Sullust, caratterizzato da un terreno per lo più vulcanico, ho combattuto strenuamente sia come truppa imperiale che ribelle.. morendo ogni 2 secondi. Niente di strano: giochi così frenetici hanno sempre un impatto devastante all’inizio (perché ci sono i pro player dopo manco 2 minuti che il gioco è uscito). Comunque non mi sono fatto intimidire (forse un pochino) e ho continuato a giocare con tenacia e forza. Ovviamente sono morto più volte di Sean Bean.
Un gameplay della modalità Drop Zone di Star Wars Battlefront
La mappa è stata disegnata appositamente per questa modalità: la parte centrale è formata da una serie di viuzze scavate nel terreno, con tutto intorno delle montagnole di varia forma su cui è possibile salire per avere un vantaggio tattico. Il particolare level design stimola a usare approcci alternativi e variegati, sfruttando ogni elemento fornito dalla mappa per aggirare gli avversari e prenderli di sorpresa.
Dropzone è la modalità più veloce e divertente di questa Beta di Star Wars Battlefront.
Walker Assault
Dopo una serie di match in cui sono stato obliterato di continuo, ho deciso di passare alla modalità Walker Assault: i ribelli devono attivare dei dispositivi in modo da rendere vulnerabili i possenti AT-AT per poi distruggerli, tramite attacchi a terra o per lo più aerei. Gli imperiali devono tenere disattivati i dispositivi e continuare la marcia fino alla vittoria.
Seppur sembri davvero di star combattendo la famosa battaglia di Episodio V, la mappa è terribilmente mal concepita e bilanciata: gli imperiali hanno dalla loro il potente AT-AT in grado di decimare decine di ribelli in pochi secondi, gli AT-ST veloci e ben armati (seppur facilmente eliminabili) e i caccia TIE sono in grado di eseguire attacchi chirurgici contro la fanteria. Buona parte della mappa è ambientata su campo aperto, con pochi punti dove proteggersi o strade alternative per aggirare il nemico; inoltre gli imperiali possono tranquillamente occupare le stazioni da fuoco dei ribelli e usarle contro di questi.
Per i ribelli non sarebbe così impossibile vincere se l’intera squadra fosse organizzata, ma questo non è una cosa che capita spesso e solo una volta mi è capitato di vedere i ribelli vittoriosi (io ovviamente combattevo con l’impero). Pertanto sarebbe necessario un bilanciamento della mappa e aumentare le possibilità di approccio, limitare le zone in cui è possibile salire col jetpack per togliere la possibilità ai giocatori di razziare intere squadre rimanendo appostati sempre nello stesso punto.
In Walker Assault è possibile usare diversi mezzi: il già citato AT-AT è un pachiderma da battaglia armato di due potenti cannoni blaster sotto il muso (lenti da caricare), altri due meno letali ma più veloci ai lati e un attacco orbitale ordinabile ogni tot secondi. L’AT-AT si ottiene raccogliendo un gettone da terra che, una volta attivato con l’apposito pulsante, vi farà pilotare il mastodontico veicolo per un lasso di tempo e allungabile solamente eliminando nemici ribelli. L’AT-ST è un pollo troppo cresciuto con due cannoni blaster medi, un lanciagranate e uno spara missili. Il suo vantaggio è quello di essere veloce e maneggevole, peccato che si distrugga con un solo colpo di razzo.
I mezzi da terra, come anche le torrette, possono essere usati solo in terza persona e il sistema di mira è poco preciso, col rischio di sparare diversi colpi a vuoto.
I velivoli fluttuano nei cieli di Hoth combattendo tra di loro e ogni tanto si abbassano per aiutare la fanteria. Il sistema di guida è arcade e non ci vuole particolare dimestichezza per riuscire a padroneggiare il caccia TIE o X-Wing di turno.
Gli Eroi sono potenti ma si possono usare per poco e, se attacchi in forze, cadranno a terra anche loro.
Al Fronte
Dopo un paio di ore di riscaldamento, ho cominciato a capire meglio le meccaniche di gioco e quanto Battlefront differisca rispetto a Battlefield, a cui è stato spesso paragonato in questi ultimi tempi dai giocatori. Infatti rispetto al titolo bellico DICE, Star Wars Battlefront è uno shooter molto più casual e arcade, veloce e frenetico, in cui conta di più saper usare in maniera intelligente le tre abilità a disposizione piuttosto che padroneggiare le armi. I blaster non presentano rinculo e non c’è alcuna differenza tra lo sparare mirando e non, tanto che è quasi sempre meglio non farlo se non in certe situazioni. Le armi non sono dotate di accessori e non esiste al momento nessun tipo di personalizzazione.
Il miglior metodo per riuscire a essere il “One Man Army” in campo è usare le abilità contemporaneamente e il più spesso possibile, muoversi velocemente e sfruttare al meglio il design della mappa. Gli scontri sono frenetici e bisogna stare sempre all’erta per non rischiare di essere colpito da qualche raggio al plasma di troppo.
L’unico difetto grave da imputare riguarda il respawn: molto spesso capita di rigenerarsi vicino al nemico o in situazioni di pericolo che lasciano poche possibilità. In Walker Assault è normale apparire dietro le linee nemiche.
Star Wars Battlefront è uno dei pochi sparatutto veramente divertenti e, se sistemati tutti i difetti, sarà sicuramente uno dei migliori giochi multiplayer dell’anno nonché il mio preferito.
scritto da Filippo Giacometti e pubblicato il giorno