A ogni uscita di un titolo Rockstar Games viene mossa da parte del pubblico italiano una critica: la mancanza del doppiaggio nella nostra lingua.
Non è una pretesa arrogante chiedere un doppiaggio nel nostro dialetto a un’azienda che macina miliardi (Grand Theft Auto V ha superato i 6 miliardi di dollari di profitto). Se lo fanno publisher per giochi che guadagnano decisamente di meno perché Rockstar Games non lo può fare?
Rockstar Games doppia i videogiochi in lingua inglese esclusivamente per motivi artistici. Vuole avere il pieno controllo della narrazione, sulla scelta degli attori e la loro recitazione. Ci tengono che tutti abbiano la stessa esperienza, che i loro personaggi abbiano la stessa voce in tutto il mondo. Una giustificazione più che accettabile e c’è poco da mettere in discussione, visto che fino adesso hanno fatto sempre un’ottima scelta di casting. Inoltre, siamo noi italiani a essere viziati con il doppiaggio in madre lingua nostrana e, non per fare il maestrino, ma i videogiochi possono essere un ottimo modo per imparare l’inglese.
Seppur preferisca il doppiaggio in italiano come spiegato in un mio precedente articolo, non ho mai protestato contro Rockstar Games per questa loro scelta e nemmeno ora quando gioco a Red Dead Redemption 2 ho questo problema. In parte perché sono abituato ad ascoltare film e serie in originale e leggere i sottotitoli, e in parte perché la recitazione inglese nei videogiochi è spesso di qualità superiore rispetto a quella italiana.
Questo vale per me che l’inglese lo mastico egregiamente, almeno abbastanza da comprendere senza troppa fatica i dialoghi anche senza leggere i sottotitoli.
La mia esperienza del gioco non è compromessa, ma potrebbe esserla quella dei giocatori che il gergo americano non lo comprendono.
Perché?
Red Dead Redemption 2 è un gioco che inserisce il giocatore in un mondo realistico e interattivo, in poche parole: vivo. I diversi personaggi non giocanti con cui Arthur Morgan viene in contatto non sono semplici bot programmati ad assecondare le esigenze del giocatore: sono programmati come vere persone che reagiscono in maniera credibile alla presenza di Arthur. Si ricordano di lui e di quello che ha fatto, se è stato gentile ed educato o rozzo e violento.
Se ad esempio si compra per tanto tempo nello stesso negozio, il commesso riconosce Arthur e lo saluta di conseguenza. Se non si entra in quella bottega per diverso tempo e poi si ritorna il proprietario esclama “da quanto tempo”. Se si entra in un bar e la serata finisce a scazzottate, il gestore se ne ricorderà e la prossima volta chiederà a Arthur di non ripetere più la cosa.
Queste interazioni sono i piccoli ma fondamentali tasselli dell’esperienza di Red Dead Redemption 2.
Il problema? Non ci sono i sottotitoli. Se non si conosce la lingua inglese (come molti in Italia purtroppo) tutti questi dialoghi vengono persi e con essa anche una parte del gioco.
Un problema non solo per chi non conosce la lingua ma anche per le persone affette da sordità.
Rockstar Games probabilmente ha preferito bloccare la sottotitolazione di certi dialoghi per non affollare lo schermo di scritte, mostrando solo quelli fondamentali per le missioni.
Il doppiaggio potrebbe essere una soluzione ma così si perderebbe l’autenticità nonché la qualità e varietà della recitazione originale. Inoltre in Red Dead Redemption 2 ci sono personaggi di diversi paesi, Italia compresa, che parlano nel loro gergo natale. Si presenterebbe quindi il problema di differenziare le persone che parlano italiano nella realtà del gioco, da quelli inglesi doppiati in italiano. Un problema che molti addetti al doppiaggio risolvono utilizzando dialetti con risultati spesso ridicoli.
Qual è la soluzione?
Nessuna. Se volete godervi Red Dead Redemption 2 l’unico modo è conoscere la lingua inglese, almeno quanto basta per comprendere i dialoghi del gioco.