Il 31 gennaio 2021 Sony ha comprato Bungie per la cifra di 3.8 miliardi. La casa di sviluppo americana, noto per Halo e Destiny, dopo essere stata parte di Microsoft dal 2000 al 2007, ha trovato nuova casa da Sony. L’accordo tra le due parti stabilisce l’indipendenza di Bungie, inclusa la libertà di creare titoli multipiattaforma e continuare con i propri franchise.
Sony ha dichiarato di tenere da parte 10 miliardi per gli acquisti fino al 2023. Ma a quali aziende potrebbe puntare il colosso giapponese?
In cerca di manovalanza
Analizzando l’andamento di Sony negli ultimi anni, si può notare che il loro obiettivo sono principalmente team di sviluppatori con cui hanno già lavorato precedentemente. Insomniac Games, come anche Housemarque e Bluepoint Games hanno sviluppato diversi giochi per la piattaforma Sony prima di essere integrate nei PlayStation Studios.
Sony vuole essere sicura delle capacità delle persone a cui offre lavoro. Osserva e verifica il lavoro dei team con cui collabora, per assicurarsi siano capaci di garantire gli alti standard qualitativi a cui ha abituato i suoi utenti.
Solo una volta comprovata la competenza di uno studio, decide se è il caso di offrire un invito a unirsi ai PlayStation Studios. In cambio Sony cerca di garantire risorse che permettano ai team di crescere, nonché libertà su quale idee sviluppare e sufficiente tempo per attuare il progetto.
From Software
I noti sviluppatori della saga di Demon’s Souls, nonché Sekiro: Shadows Die Twice e l’imminente Elden Ring potrebbero stare nella fila di Sony. From Software è giapponese come Sony, sviluppano giochi singolo giocatore di qualità da anni (e hanno vinto un GOTY nel 2019 con Sekiro: Shadows Die Twice) e hanno già lavorato per loro creando Demon’s Souls e Bloodborne.
Tuttavia, From Software è posseduta dalla società Kadokawa, le quali azioni di mercato sono in possesso di Tencent al 6.86, il 2.16% da BANDAI NAMCO e “solo” il 1.93 da Sony (maggior dettagli). Riuscire a portare a termine l’acquisizione sarebbe alquanto complesso e potrebbe essere un disincentivo sufficiente per Sony da non considerare nemmeno l’idea.
Sony non è pertanto interessata ad acquistare proprietà intellettuali famose né interi publisher con diversi team all’interno. In parte per i motivi citati prima, ma anche perché non vuole inimicarsi potenziali clienti che potrebbero vedere l’acquisto di una realtà già nota come un “furto” alla community dei videogiocatori. Per esempio, se Sony acquistasse Capcom e rendesse tutti i suoi giochi, come Resident Evil e Devil May Cry, esclusive PlayStation scontenterebbe tutti coloro che preferivano quei giochi multipiafforma.
D’altro canto prendere qualcosa che prima era per tutti e renderlo accessibile solo a una piattaforma, solo per aumentare le vendite di quest’ultima, è una pratica comprensibile commercialmente ma spesso mal vista dal pubblico. Epic Games ha ricevuto ben poco complimenti dagli utenti, offrendo soldi agli sviluppatori in cambio esclusiva temporale di un anno sul Epic Games Store. Lo stesso si può dire di Microsoft, che ha deciso di rendere esclusivi Xbox e PC, Starfield e The Elder Scrolls VI. Giochi che sarebbero stati multipiattaforma se non fosse stato per l’intervento di Microsoft, e per questo diversi giocatori sono stati malcontenti dell’entrata di Zenimax negli Xbox Game Studios.
Tutte queste critiche non ci sarebbero se Sony garantisse il multipiattaforma. Una strategia che è stata confermata con il recente acquisto di Bungie.
Il caso Bungie
Bungie è un’anomalia per Sony. Non rientra nel loro modus operandi e il loro acquisto ha sorpreso un po’ tutti, compreso il sottoscritto.
Tale scelta può essere una risposta alle acquisizioni di Microsoft (non quella recente di Activision, ma Bethesda), per mostrare che anche loro sono attivi. Tuttavia produce l’effetto collaterale di evidenziare il suo minore potere di acquisto, rendendo Sony un avversario poco temibile in quel campo.
Il motivo principale presumibilmente è l’esperienza di Bungie con titoli multiplayer GAAS.
Infatti, Ryan ha confessato l’ambizione di Sony di portare la piattaforma PlayStation oltre le console: “I successi di Bungie nella pubblicazione multipiattaforma e nel giochi live service ci aiuteranno a portare PlayStation oltre le console e far crescere il nostro pubblico potenziale.” Ryan continua sottolineando l’esperienza di Bungie nel supporto a lungo termine e la gestione della community dei propri titoli. Inoltre, grazie alle eccellenti capacità di PlayStation Studios avrà sempre aiuto per migliorare I.P. attuali e future.
Sony ha capito che il mercato delle esclusive assolute (che escono solamente su una piattaforma) non è una strategia sensata sul lungo termine. La dimostrazione è l’ottimo successo dei porting PC delle ormai non più esclusive PS4.
Il futuro prossimo è multipiattaforma e live service. Pochi titoli che escono su tutte le console e supportati per lungo tempo tramite nuovi contenuti e stimoli per i giocatori. Questo non è l’inizio della fine dei kolossal singolo giocatore, ma indica che Sony si sta addentrando in altri generi con maggior potenziale di guadagno nel lungo termine.
Electonic Arts e Ubisoft
Ho letto notizie riguardo Electronic Arts e Ubisoft come futuro acquisto di Sony.
Una previsione altamente improbabile, se non quasi impossibile. Il colosso americano padre di serie come Battlefield, Mass Effect e FIFA, vale attualmente 37 miliardi di dollari. Un prezzo ben al di fuori dalla portata di Sony. Anche se possedesse tale somma, Electronic Arts ha dichiarato di essere interessata ad acquistare e non di essere acquisita.
Un rumor simile anche nei riguardi di Ubisoft.
La casa di Assassin’s Creed, Far Cry e Ghost Recon vale 7 miliardi di dollari. Una cifra raggiungibile da Sony e potrebbe essere un buon acquisto per contrastare Microsoft. Tuttavia esiste un problema: la Francia è molto protettiva nei confronti delle proprie società e potrebbero disincentivare l’acquisto da parte di un’azienda straniera. Un esempio di questo protezionismo risale al lontano 2005 Electronic Arts acquisì il 20% delle quote del publisher francese, irritando non poco il governo francese.
L’era dei colossi
Se devo essere sincero, tutti questi acquisti non mi entusiasmano. Comprendo la necessità di aumentare l’offerta per essere competitivi e sopravvivere in questo difficile (ma remunerativo) settore, tuttavia sono preoccupato per il potere di questi colossi dell’industria. Ho il presagio che una volta ottenuto una grossa fetta di mercato abuseranno del loro potere; consapevoli che hai giocatori non rimane molto scelta se non ad affidarsi a loro.