Ideato in collaborazione con la youtuber Francesca “Fraffrog” Presentini e sviluppato da Elf Games, Children of Silentown è un punta e clicca italiano.
Il gioco vede come protagonista Lucy, una ragazzina curiosa e perspicace che vuole scoprire a ogni costo i segreti di Silentown. Un’indagine dirottata costantemente dagli adulti che, imponendo regole senza spiegarne mai il motivo, preferiscono vivere nella paura e nell’ignoranza. Solo Lucy ha il coraggio e la volontà di svelare il mistero dietro la scomparsa dei cittadini di Silentown. Cosa si nasconde nella foresta? Cosa sono realmente i mostri?
I mostri non vivono solo a Silent Hill
Children of Silentown è una favola dalle tinte torve e malinconiche capace d’incantare il giocatore con una storia semplice ma pregna di significato. Storie di vicende tragiche vissute attraverso gli occhi dell’innocenza di Lucy, mostrando una realtà diversa da quella percepita dagli adulti, la cui chiusura mentale li rende ciechi davanti alla verità. Una morale, che come in ogni bella favola sollecita l’ascoltatore a una riflessione, senza però essere pedante nel suo intento educativo.
La trama scorre piacevolmente grazie a una narrazione efficace e dialoghi ben scritti, che appaiono naturali e mai forzati. Lucy è una persona empatica e creativa, facile da trovare simpatica. Anche i personaggi secondari hanno una loro personalità e storia, che viene perfettamente esposta nonostante il poco tempo a disposizione.
Lucy, la criminale
La protagonista del gioco Lucy è presentata come una ragazzina empatica, coraggiosa e ingegnosa. Tuttavia, e da qui proseguono potenziali spoiler, certe sue azioni la rendono anche una criminale senza morale. Nel terzo capitolo, Lucy ruba al contadino una chiave, con cui apre la sua cassetta degli attrezzi (nascosti chissà perché in tutt’altra parte), dalla quale estrae un martello che usa per liberare i conigli. Mentre il contadino è via per riprendersi i conigli, lei strappa un ramo di un albero di ciliege, per poi darlo alla sua amica in cambio di forbici. Forbici che usa per liberare un cane, legato dal suo stesso padrone perché non voleva essere seguito, che finisce per andare nel bosco facendo presumibilmente una brutta fine. Per conquistare la fiducia di un anziano, Lucy stacca dalla terra un rarissimo fiore dal giardino della mamma di una sua amica. Fiore che poi il vecchio rifiuta di tenere, e che Lucy fa morire. Azioni criminali giustificate solamente dal bisogno di Lucy di trovare risposte alle sue domande, ma che la lasciano imperterrita.
Seppur Children of Silentown mi abbia convinto narrativamente, ho trovato il finale del gioco inconcludente. Ai titoli di coda avevo molte più domande che risposte. Forse per questioni di tempo o perché non ritenuto necessario, ma i tanti misteri di Silentown non vengono svelati realmente. Non aiuta di certo un finale in cui l’epilogo cambia radicalmente in base alla scelta del giocatore. Giocatore che però non possiede nessuno modo di comprendere che quelle scelte portano a finali diversi e quali sono i finali stessi.
La storia di Children of Silentown perderebbe di fascino se non fosse per la cifra stilistica del gioco. Un’ illustrazione bidimensionale, in cui tinte scure rendono l’atmosfera adeguatamente mesta, e i personaggi dagli occhi enormi e bianchi ricordano un film di Tim Burton. Il perfetto connubio tra scrittura e disegno, in cui rientra a malapena una colonna sonora ben composta ma che tende a ripetersi.
Alla ricerca dell’oggetto mancante
Il genere dei punta e clicca, nella sua forma più pura, esige l’assenza di qualsiasi indizio lasciando al giocatore l’arduo compito di capire quali elementi dello scenario sono interattivi. Children of Silentown si mantiene alle regole non fornendo in alcun modo indizi su come proseguire. Gli oggetti non sono evidenziati in nessun modo, per esempio con un stile o colore diverso, né animati in maniera particolare. Non esiste nemmeno una modalità apposita, come ad esempio in The Case of The Golden Idol, in cui è possibile illuminare gli indizi in qualsiasi momento tramite un pulsante.
Una scelta di design che di per sé non risulta un problema, ma lo diventa quando la qualità degli enigmi ambientali è altalenante.
Per nulla elementare, Watson.
Ammesso di non avere particolare esperienza con questa tipologia di giochi, ho trovato diversi puzzle ambientali di Children of Silentown costruiti su una logica mal comunicata all’utente. Spesso ho avuto la sensazione di risolvere i problemi per aver cliccato fortuitamente sul punto giusto dello scenario, e non per avere applicato correttamente le mie capacità deduttive.
In diverse occasioni l’enigma e gli oggetti necessari a risolverlo si trovano in zone separate. Pertanto nella zona dell’enigma si rimane bloccati perché non è ancora stato raccolto l’oggetto necessario. Bisogna quindi esplorare le altre aree in cerca di quell’oggetto. Zone che sono spesso già state esplorate, in cui l’oggetto (non essendo evidenziato in alcun modo) è passato di sfuggita perché il giocatore non può sapere come e quale oggetto potrà essere utile in seguito. Anche in caso si raccogliesse l’oggetto prima, l’azione sembra innaturale e casuale, sia per il giocatore stesso ma anche per la protagonista che si giustifica dicendo “potrebbe essermi utile”.
In diverse occasioni la ricerca d’indizi è diventata frustrante e poco stimolante. Senza una chiara logica da seguire mi sono sentito perso e confuso, e poi deluso e irritato quando trovata la soluzione.
Se un enigma è bello quanto tanta la soddisfazione nel riuscire a risolverlo, allora quelli di Children of Silentown sono raramente belli, in quanto raramente mi sono sentito compiaciuto.
Io di certo non sono una cima, e ammetto di aver cercato aiuto online in alcuni punti (anche perché avevo fretta di finirlo nel weekend e gli enigmi non mi divertivano), tuttavia il problema non è la difficoltà. Se fosse così allora non sarei riuscito a completare il prima citato The Case of The Golden Idol, che oltre a essere completamente in inglese è assai più complesso e articolato.
Vietato cantare
A pesare negativamente sull’esperienza la meccanica del canto. Lucy può cantare delle melodie in grado di svelare segreti e sbloccare alcuni oggetti. Ogni canto è associato a un piccolo rompicapo, come per esempio uno in cui bisogna far passare un filo attraverso dei bottoni senza saltarne neanche uno. Questi minigiochi enigmatici sono all’inizio piacevoli, e la loro difficoltà aumenta proporzionalmente proseguendo il gioco. Purtroppo questi enigmi sono solo tre per tipo (di cui l’ultimo solo dal quinto capitolo in poi), e sono troppo spesso ripetuti. Non essendo in alcun modo evitabili, verso la fine del gioco la loro frequenza rompe il ritmo.
Personalmente, se la decisione fosse dipesa da me, o avrei variegato molto più riducendo anche la quantità oppure avrei eliminato questo tipo di minigiochi del tutto, concentrandomi sulla qualità degli enigmi ambientali.
Commento Finale
Se non fosse per la bellezza artistica, Children of Silentown sarebbe un passabile punta e clicca, afflitto da difetti attribuili all'inesperienza del team di sviluppo. Un buon titolo, godibile per lo più ma frustrante a causa di scelte di design discutibili, che rendono gli enigmi spesso poco chiari e la soluzione non sempre intuibile tramite solo ragionamento logico. La ripetizione eccessiva dei minigiochi e una storia che, seppur bella e ben scritta, lascia un po' con l'amaro in bocca nel finale, rendono Children of Silentown un buon titolo, ma consigliato agli appassionati del genere. Tutti gli altri possono goderne i pregi semplicemente andando su Youtube.