Capelli rossi e viso lentigginoso, Cassie è una quattordicenne tenace e paziente. Nonostante come tutti i giovani voglia solo divertirsi (soprattutto durante le vacanze estive), quando sua madre la obbliga a venire con lei nell’ospedale dove lavora Cassie coglie l’occasione per scrivere un pezzo giornalistico.
Equipaggiata di taccuino e curiosità, Cassie si aggira tra i pazienti della casa di riposo in cerca di una storia da pubblicare sul giornale scolastico. Il solo fatto che la pensione si trovi su un dirigibile della seconda guerra mondiale dovrebbe suscitare l’attenzione del lettore. Eppure Cassie non riesce a trovare il giusto soggetto per il suo articolo. È più importante il dirigibile ospedale o i pazienti suoi ospiti? Quale realtà merita di essere raccontata?
La poesia della quotidianità
Se pensate che Wayward Strand sia un gioco investigativo in cui bisogna risolvere qualche mistero, vi state sbagliando. A parte qualche gossip, non succeda mai nulla di speciale tra i corridoi e le camere di questo ospedale volante. Come non ci sono attività ludiche con cui far passare il tempo in modo divertente.
Esattamente come la protagonista del gioco, anche il giocatore deve passare il tempo in attesa che la giornata lavorativa finisca. Volendo si potrebbe stare tutte le ore seduti a leggere, ma sarebbe uno spreco di tempo sia per Cassie che per il videogiocatore stesso. Meglio seguire i consigli (leggessi “ordini”) della madre e fare compagnia ai pazienti. Signori e signore di una certa età, alcuni malati gravemente, per cui vedere semplicemente una nuova faccia è motivo di eccitazione.
Cassie può aggirarsi liberamente per l’ospedale e parlare (o anche origliare) con qualunque persone che non sia occupata. I personaggi non sono i classici NPC, ma si muovono liberamente all’interno dell’edificio senza aspettare l’arrivo del giocatore. Questo significa che bisogna trovarsi al posto giusto nel momento giusto per non perdersi nuove interazioni.
I dialoghi avvengono tramite il ben rodato sistema a risposte multiple. Ma non ci sono conseguenze o cambiamenti di storia in base alle nostre scelte. Le domande servono a conoscere meglio le persone. A parlare con loro senza aspettarsi però risposte con una reale scopo, se non quello di stuzzicare emotivamente il giocatore.
Anche oggi zuppa
La narrazione di Wayward Strand è lenta e contemplativa. Il silenzio e l’attesa sono parte integrante dell’esperienza, in contraddizione alla velocità e l’impazienza della maggior parte dei videogiocatori. Wayward Strand procede con parsimonia, lasciando il tempo di riflettere e lasciare scorrere il tempo come si preferisce.
Ovviamente tutto ciò funziona quando la scrittura è valida. Wayward Strand spicca da questo punto di vista, con una storia realistica che non ambisce a nulla se non raccontare una semplice, ma comunque interessante, normalità. Una storia che è anche un omaggio alla vita di coloro che ci hanno preceduto. Un modo per ricordare l’importanza dei giovani a conversare con gli anziani, e viceversa. Anche per questo è stato fatto un lavoro straordinario per rendere i personaggi “umani”. Ovvero delle persone dotate di personalità, di un passato ed emozioni. Persone non sempre facili da capire, e la cui vita può rimanere un mistero irrisolto.
Non si gioca nemmeno a bocce
Wayward Strand è noioso. Altro se non siete completamente rapiti dall’avventura emotiva, l’eccessiva ripetitività e le dimensioni minuscole della mappa, rischiano di portare alla sonnolenza. Tuttavia non lo trovo un vero difetto, in quanto la noia è anch’essa parte dell’esperienza di Wayward Strand.
Il mio è un avvertimento. Se vi manca la pazienza e avete bisogno dell’adrenalina che pompa per rimanere vigili, Wayward Strand non è un titolo per voi. Nello stesso modo in cui non tutti apprezzano un certo tipo di cinema, molto autoriale, ben lontano dai gusti della massa.
Se devo trovare un lato negativo è la mancanza di un sistema di salvataggio durante un capitolo. Ognuno di questi dura all’incirca un’ora e mezza. Pertanto se dovete spegnere il gioco siete costretti a ricominciare da capo l’intero capitolo. Una seccatura.
Nota finale sull’estetica. Di questi tempi faccio fatica a trovare parole intelligenti sull’argomento. Sarà che trovo inutile parlarne quando è più comodo guardare un video su Youtube.
Lo stile adottato è quello di un libro per bambini. Colori su toni leggeri e tratti semplici ma ben fatti.
Vale la pena citare l’ottima recitazione dell’intero cast. In particolare la voce di Cassie (Nancy Curtis) che è perfetta per la parte.
Commento Finale
Nonostante un ritmo lento che può far chiudere gli occhi, Wayward Strand è un gioco poetico che lascia il tempo di riflettere e contemplare. Un videogioco in cui invece di imbracciare fucili o spade, le uniche armi sono la pazienza e la curiosità. Un'esperienza non adatta a tutti, anzi, probabilmente per una nicchia di persone a cui non sono nemmeno sicuro di appartenere io stesso. Tuttavia, tralasciando i gusti personali, è affascinante come Ghost pattern abbia sfruttato il medium videoludico per raccontare una normalità anormale nei videogiochi, spesso tralasciata a favore di una più attraente straordinarietà. Ma anche la quotidianità ha il suo fascino, anche gli anziani possono essere interessanti.