Il grande scopritore di tesori su console è giunto all'ultima impresa. Uncharted 4: fine di un ladro è il degno epilogo delle avventure di Nathan Drake ?
Era da poco uscita PlayStation 3 quando conoscemmo per la prima volta Nathan Drake, avventuriero alla ricerca di tesori perduti e con l’incredibile dote di ficcarsi nei guai. Ora, a distanza di tre capitoli, Naughty Dog ci vuole raccontare la fine della storia di quel ragazzo di strada che nel corso degli anni abbiamo imparato ad amare.
Tutte le cose belle prima o poi giungono alla fine e anche la saga di Uncharted sviluppata da Naughty Dog è arrivata al capolinea. Con Nathan, il protagonista del gioco, ne abbiamo passate tantissime: dal tesoro perduto di El Dorado, alla mitica Shambhala e fino al maestoso Iram delle Colonne. Il nostro Nate è sopravvissuto alle più temerarie cacce al tesoro senza mai portarsi una moneta a casa.
È veramente la fine di un ladro?
Ci mancherai Nate
Non è facile per me mettere nero su bianco le sensazioni che mi ha lasciato Uncharted 4: Fine di un ladro. Da una parte vorrei essere il più oggettivo possibile per non far sì che il mio attaccamento emotivo alla serie invalidi il mio giudizio, dall’altra parte è inutile negare i sentimenti di ammirazione verso Naughty Dog e alla saga di Nathan Drake. Pertanto vi dico, che se siete fan della serie come me, allora, questo ultimo capitolo vi rimarrà nel vostro cuore da giocatore, come un ricordo indelebile che non vorrete mai cancellare. Per tutti gli altri, potrete vivere un’avventura che non ha niente da invidiare, anzi insegna, alle grandi produzioni hollywoodiane.
Uncharted ha sempre avuto il pregio di riuscire a fondere la parte ludica con quella cinematografica in una soluzione omogenea e continua, senza che nessuna delle due anime della serie prevalesse sull’altra o sacrificando il gameplay per la storia. Difficile a volte capire quando si sta effettivamente giocando oppure guardando un filmato, tanto meno adesso che le cutscene sono girate in tempo reale con il motore di gioco rendendo il passaggio impercettibile e naturale.
Naughty Dog ha realizzato un prodotto d’intrattenimento ricco di scene pirotecniche ad alto tasso di adrenalina, prendendo ispirazione dalle produzioni americane più spettacolari, con la differenza che in Uncharted l’azione non è passiva come con la pellicola ma interattiva al 100%; abbiamo sempre il controllo del nostro personaggio ed è questo che rende l’azione ancora più incredibile.
Sic Parvis Magna
Nathan non è più l’uomo spericolato di una volta: ha deciso di lasciarsi indietro la sua vecchia vita e iniziarne una nuova con sua moglie, Elena. Ma Nate sente il richiamo dell’avventura, è più forte di lui e quale occasione migliore per tornare alla ribalta se non aiutando il fratello creduto morto con una piccola caccia al tesoro? E che tesoro! Il più grande bottino di sempre, quello del pirata Henry Every!
I cani di casa Sony hanno fatto tesoro di quanto appreso con The Last of Us e l’hanno usato per scrivere una sceneggiatura che, senza allontanarsi dai canoni tipici della serie, spicca per una regia dinamica e rinnovata con personaggi ricchi di sfaccettature e dallo spessore inedito. Se pensavate di conoscere veramente Drake e i suoi compagni dovrete rimangiarvi la parola: questa nuova avventura vi farà scoprire chi è veramente Nathan Drake.
Sono infatti i personaggi, approfonditi con dialoghi frizzanti e intelligenti, a rendere speciale una storia che, seppur perfettamente narrata e con i suoi colpi di scena, rimane un’avventura dal tono spensierato e allegro com’è sempre stato. Non che sia un difetto: cadere eccessivamente nel drammatico sarebbe stato un errore e soprattutto inutile per la finalità dell’opera, la quale punta a divertire ed emozionare. Può darsi che alcuni di voi troveranno un finale poco coraggioso quando in realtà, almeno per quanto mi riguarda, è il perfetto epilogo dell’epopea di Nathan Drake.
Se pensavate di conoscere veramente Drake e i suoi compagni dovrete rimangiarvi la parola
l’erba alta è mia amica
Uncharted è un action/adventure dove sezioni sparatutto in terza persona si alternano a fasi platform ed enigmi. Una formula consolidata nel secondo capitolo, nel terzo perfezionata e in questo quarto ulteriormente migliorata.
Le meccaniche shooter con sistema di copertura non si discostano dalle produzioni precedenti ma si nota un feedback più realistico della armi: ogni pistola e fucile ha un suo rinculo e si sente la differenza tra una e l’altra, grazie anche un uso corretto delle vibrazioni del dualshock 4. I combattimenti corpo a corpo hanno subito un leggero ma evidente miglioramento con un maggior numero di animazioni e l’eliminazione di aiuti da parte del gioco su quale pulsante premere (escluso il tutorial).
Per migliorare le parti stealth è stato introdotto un sistema che permette di segnare i nemici per controllare i loro movimenti, simili a quanto visto ad esempio in Far Cry 4. Oltre a questo, i nemici hanno una barra che segnala il loro stato d’allerta: quando è bianco non sanno della nostra presenza, gialla si insospettiscono e quando quest’ultima arriva al massimo vuol dire che ci hanno beccato. Se questo accade possiamo combattere o nasconderci per fargli perdere le nostre tracce ritornando allo stato di allerta iniziale.
Uncharted è un action/adventure dove sezioni sparatutto in terza persona si alternano a fasi platform ed enigmi
Per quanto riguarda le sezioni platform siamo di fronte al giusto bilanciamento tra automatismi del gioco e controllo diretto. Non vi capiterà praticamente mai di morire e non dovrete calcolare al pixel i salti, ma comunque avrete sempre il controllo del personaggio senza mai darci la sensazione che il gioco stia facendo il lavoro al posto nostro. Sono state introdotte due novità principali: Il rampino, un utile strumento che Nate usa per superare i precipizi altrimenti invalicabili oppure come corda da usare per arrampicarsi in alto o calarsi in basso, se non come mezzo per lanciarsi contro i nemici ignari. L’altra novità è la scivolata: ci sono alcune sezioni in cui il terreno è estremamente ripido e bisogna buttarsi con tutto il didietro come fossimo in uno scivolo. Spesso vengono usate solamente per variare l’azione, altre volte dovremmo compiere un salto finale verso una presa per non cadere da un precipizio oppure lanciare il rampino sopracitato rimanendo appesi a mezz’aria.
Uncharted è sempre stato un gioco piuttosto lineare in cui i livelli si sviluppano in corridoi con poche possibilità strategiche. Naughty Dog ha deciso di sfruttare la potenza di PlayStation 4 per creare zone più ampie che danno la possibilità al giocatore di muoversi liberamente permettendo un numero di approcci superiore: sarà quasi sempre possibile eliminare gli avversari a uno a uno in maniera furtiva senza mai sparare un singolo colpo oppure aprire il fuoco usando la verticalità della mappa per muoversi velocemente in modo da attaccare i nemici a sorpresa e da più direzioni. La possibilità di giocare praticamente l’intero gioco in stealth ha portato alla scelta di aumentare il livello di difficoltà. Rispetto ai vecchi titoli, a modalità difficile sarà più facile morire soprattutto nelle fasi più concitate.
I livelli sono piuttosto sviluppati in verticale e c’è sempre qualche muro o costruzione dove arrampicarsi per avere un vantaggio tattico, sezioni in cui usare il rampino per muoversi agevolmente lungo la mappa eliminando i nemici al volo, l’erba alta in cui nascondersi e, per quando la situazione si fa bollente, esplosivi di vario tipo come dinamite o barili di benzina.
Oltre a livelli di medie dimensioni, ci sono anche della aree di gioco più estese percorribili a bordo di veicoli, simili a quelle nel video del Madagascar. Questi micro open world sono ricchi di tesori da cercare e diverse zone esplorabili. Data la grandezze dalla aree, per non rischiare che il giocatore si perda ci sono sempre diversi indizi disseminati sul percorso a indicare la giusta via, come per esempio tracce dei pneumatici lasciate di recente.
Uncharted 4 ha un ritmo costante e deciso, in cui situazioni da cardiopalma sono alternati con momenti di pausa, più rilassanti e meditativi ma non per questo meno belli. La gran varietà che offre il titolo previene la noia e mantiene alta l’attenzione.
Col cuore in gola
Se avete due occhi e avete visto almeno uno filmato di gioco saprete che Uncharted 4: fine di un ladro primeggia in quanto comparto tecnico e artistico. Difficilmente su console troverete un titolo in grado di vantare una grafica che definire spettacolare sarebbe un eufemismo. Ogni paesaggio, ogni scorcio ma anche la più piccola delle foglie è dannatamente bello da vedere (avrete molto spesso il dito sul tasto share), la cura per i dettagli è maniacale ed è da lodare il fatto che è stato speso tempo e denaro per magari cose che il 99% dei giocatori non noterà nemmeno. Basta prendere la scena del mercato, in cui ogni personaggio è animato e modellato alla perfezione e con alcuni si può addirittura interagire.
Si potrebbe prendere un’istantanea qualsiasi, stamparla e appenderla in salotto e non fare cattive figure davanti agli ospiti, anzi probabilmente vi chiederebbero dove avete scattato quella foto. La miriade di dettagli che compone ogni fotogramma, i colori accesi e caldi e quel piacevole gioco di ombre rendono Uncharted 4 un titolo fuori dagli schemi per quanto riguarda il comparto artistico.
A livello tecnico siamo di fronte a un capolavoro: texture in alta risoluzione, animazioni realistiche, luci e ombre dinamiche e particellari ed effetti fumo stratosferici. Le espressioni dei volti rendono ancora più umani i personaggi creati con un numero di poligoni impressionante. Il tutto a 1080p 30fps granatici e reso più fluido con la giusta dose di motion blur.
I Naughty Dog hanno spremuto ogni singolo bit della PS4 e sono riusciti a far girare quello che altri sviluppatori possono solo sognare.
Tutto ciò che è bello finisce
Uncharted 4: fine di un ladro segna la fine della serie e, seppur sia giusto che Naughty Dog si dedichi ad altro, è dura dire addio a Nathan, Elena, Sully e tutti i personaggi straordinari che abbiamo conosciuto in questa fantastica avventura. Vi potrebbe scendere una lacrima quando leggerete i titoli di coda se seguite le gesta del ladro sventurato dai suoi primi esordi, e per quelli che non l’hanno fatto sono loro fortunati, che possono vivere ancora nuove avventure con l’impavido Drake.
scritto da Filippo Giacometti e pubblicato il giorno
Commento Finale
Uncharted 4 è un atto di amore, il saluto finale a quella che è stata per molti la serie action/adventure migliore della passata generazione. Un tributo alla gesta di Nathan Drake che si concludono definitivamente (prequel esclusi) in quest'ultimo emozionante capitolo. Un plauso a Naughy Dog è doveroso per la passione che mettono nel proprio lavoro, nella cura riposta in ogni più piccolo dettaglio e la mania di perfezionismo che hanno reso Uncharted 4: Fine di un ladro un capolavoro.
Gameplay
Meccaniche di gioco e level design
80
Tecnica
Grafica e ottimizzazione
100
Arte
Direzione artistica, storia e musiche.
95
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Commento Finale
Uncharted 4 è un atto di amore, il saluto finale a quella che è stata per molti la serie action/adventure migliore della passata generazione. Un tributo alla gesta di Nathan Drake che si concludono definitivamente (prequel esclusi) in quest'ultimo emozionante capitolo. Un plauso a Naughy Dog è doveroso per la passione che mettono nel proprio lavoro, nella cura riposta in ogni più piccolo dettaglio e la mania di perfezionismo che hanno reso Uncharted 4: Fine di un ladro un capolavoro.