Un angelo deve salvare il paradiso della distruzione con un orologio viaggia tempo regalato da Morte. Questo è The Holy Gosh Darn.
“Al centro apparve la figura di quattro esseri animati, dei quali questo era l’aspetto: avevano sembianza umana e avevano ciascuno quattro facce e quattro ali.”
Da bravi catechisti, sicuramente avete riconosciuto il primo capitolo del libro del profeta Ezechiele. Libro che sicuramente anche il team di sviluppo Perfectly Paranormal ha letto con attenzione. Infatti, il loro ultimo gioco, The Holy Gosh Darn, si rifà alla mitologia cristiana..con un’interpretazione leggermente meno seriosa.
Se un angelo appare non significa che tu sia un profeta
Sicuramente non potevo immaginare che l’attività principale di un angelo fosse quella di giocare a “indovina il cane”. Eppure è così che Cassiel di Celerity, l’angelo più veloce del Signore, passa il suo tempo nella vana speranza di vedere l’arrivo di un umano in Paradiso. Infatti, a causa di regole molto rigide sui peccati, sono pochissimi i discendenti di Adamo ed Eva a salire verso la luce. D’altra parte invece sono migliaia e migliaia i cani che ascendono perché All Dogs Go to Heaven (tutti i cani vanno in paradiso – traduzione del titolo originale del film in Italia arrivato come Charlie – Anche i cani vanno in paradiso).
La monotonia millenaria viene interrotta quando un’invasione di spettri porta all’annichilimento atomico del Paradiso. Una grande scocciatura. Fortunatamente Morte (la rappresentazione fisica del concetto di morte, un tipo ok) si sente in colpa (anche perché gli spettri li ha creati a lui) e dona a Cassie un orologio in grado di viaggiare avanti e indietro nel tempo. La sua missione: trovare The Holy Gosh Darn, un potente artefatto creato da Dio, e usarlo per fermare gli spettri. Cassie ha a sua disposizione soltanto sei ore, ovvero da quando si è svegliata (alle 12:00) fino alle 18:00, quando il Paradiso esplode.
“Arriva al punto”
Se vi aspettate personaggi biblici raffigurati in maniera letterale allora siete nel giusto. Se pensate anche che i toni dei dialoghi e i personaggi siano altrettanto biblici, beh, siete nettamente nel torto. Il team Perfectly Paranormal ha voluto rappresentare i suoi personaggi con aspetti decisamente umani nel loro comportamento e linguaggio. Cassiel, la protagonista, più che un angelo sembra una ragazza costantemente scocciata, annoiata e che fa uso eccessivo di linguaggio scorrile. Tutte caratteristiche che la rendono fin dai primi momenti simpatica, grazie a suoi modi sgraziati e la totale mancanza di reali talenti. Sostanzialmente, una di noi.
La narrativa è l’elemento migliore di The Holy Gosh Darn: nelle sue 6-7 ore di durata la storia scorre liscia e senza inciampi, impreziosita con dialoghi spassosi e calzanti. Un’ironia non solo sulla religione cristiana, ma anche su tematiche attuali e anche sugli stessi videogiochi. Non mancano infatti, le occasioni in cui gli sviluppatori prendono in giro certe meccaniche tipiche dei videogiochi, come ad esempio quando il codice per risolvere un enigma si trova accanto all’enigma stesso.
Uno stile cartoonesco (e vagamente blasfemo) azzeccato e che riesce a mantenere un’elevata dose di umorismo per tutta la durata del gioco.
Ali di angelo
Pad alla mano The Holy Gosh Darn è un’avventura bidimensionale abbastanza classica: qualche sezione platform, non particolarmente belle ma nemmeno orribili, semplici enigmi e qualche sporadico minigioco.
Principalmente è un gioco narrativo: si parla con i diversi personaggi per scoprire informazioni o convincerli a fare qualcosa, tramite un sistema a risposte multiple. Tutti elementi che possono apparire banali, se non fosse che sono combinati insieme in modo che tutto funzioni perfettamente, soprattutto grazie a una varietà di situazioni tali da impedire la noia.
Fai schifo
The Holy Gosh Darn ha anche delle missioni secondarie. La migliore è quella in cui bisogna scovare gli anziani e.. insultarli. Letteralmente bisogni dirgli che fanno schifo. Perché? Beh è divertente vedere quei dolci anziani che si deprimono.
Come scritto prima, Cassie può viaggiare nel tempo: con una precisione di cinque minuti è possibile muoversi indietro e avanti nello spaziotempo (quindi ci si muove anche dove si trovava in quel istante), ma è anche possibile creare dei checkpoint in qualsiasi momento (soltanto uno a giornata nel gioco). Viaggiare nel tempo serve a risolvere gli “enigmi”: se, ad esempio, una persona è sparita nel momento in cui Cassie arriva allora si torna indietro nel tempo per arrivare quando è ancora presente. Oppure, una volta ottenuta un’informazione necessaria, non è più necessario ripetere quella missione lì, evitando quindi di sprecare tempo. Il gioco non fornisce molti indizi su cosa bisogna fare (in teoria si può chiedere aiuto a Morte, ma si limita a consigliare di guardare cosa dice il log della quest), e pertanto viene lasciato al giocatore capire dove e quando bisogna trovarsi. Non aspettativi quesiti da pensatori in quattro dimensioni particolarmente ardui. Le soluzioni sono tutte abbastanza ovvie (ma non banali) e non esistono variazioni.
Stile semplice ma valido
The Holy Gosh Darn propone uno stile grafico piatto, con forme semplici e colori accesi, tipo illustrazioni in flat design. Un po’ banale per certi versi, e sicuramente poco memorabile, ma nemmeno così brutto da vedere. Le animazioni sono semplici e non particolarmente fluide.
In sostanza The Holy Gosh Darn non è un gioco che esprime particolare potenza visiva. D’altro canto le musiche sono piacevoli, come anche la recitazione vocale di tutti i personaggi.
scritto da Filippo Giacometti e pubblicato il giorno
Commento Finale
The Holy Gosh Darn va preso per un titolo umoristico, che non supera nessuna barriera tecnica o del gameplay, ma che diverte per la sua narrazione esilarante.
Gameplay
Meccaniche di gioco e level design
73
Tecnica
Grafica e ottimizzazione
60
Arte
Direzione artistica, storia e musiche.
85
Esperienza utente
Interfaccia utente, accessibilità e fruibilità
80
Non conosci il sistema di valutazione?
Scopri il significato dei voti leggendo qui!
Commento Finale
The Holy Gosh Darn va preso per un titolo umoristico, che non supera nessuna barriera tecnica o del gameplay, ma che diverte per la sua narrazione esilarante.