Un freddo glaciale afferra come una morsa il corpo di Peter, in quel luogo ostile all’uomo chiamato Antartide. La sua mente vaga tra passato e presente, mentre il suo pilota d’aereo azzoppato cerca invano di chiamare i soccorsi.
Così inizia South of the Circle, titolo sviluppato da State of Play e pubblicato da 11 bit studios, team polacco noto per This War of Mine e Frostpunk.
Uscito originariamente l’ottobre del 2020 su Apple Arcade, South of The Circle è un’avventura narrativa con profonde radici nel cinema e la meta-narrazione.
Tra Guerre Fredde e Amori Caldi
Ambientato negli anni 60’, in piena Guerra Fredda, South of The Circle vede protagonista un professore di Cambridge il cui nome è Peter.
Peter è spesso con la testa immersa nei libri, nella sua stanza buia e angusta, a comprendere e analizzare le sue ricerche. Diversi gli anni a lavorare al suo studio di climatologia, il quale dovrebbe garantirgli la promozione. Peter però non riesce a trovare il giusto schema, la chiave di volta per portare a termine il suo lavoro. E di certo non aiutano le pressioni di colleghi e datori di lavoro.
La sua vita si illumina quando incontra Clara. Anche lei professoressa, i due iniziano a frequentarsi, timidamente, passando dall’essere amici a qualcosa di più profondo.
South of The Circle è una corta ma potente storia d’amore, che alterna in una soluzione di perfetta continuità il passato (la sua storia con Clara) e il presente (il suo viaggio in Antartide) della vita di Peter.
Peter è curioso, introverso e sensibile. Un’anima gentile, spesso tra l’incudine e il martello, vittima degli eventi e dell’incomprensione delle sue parole.
Personaggio che non è solo il tramite con cui il giocatore interagisce, con cui puoi in parte manipolare gli eventi, ma anche testimone di momenti di importanza storica.
Infatti, South of The Circle è un’opera di romanticismo quanto di insegnamento storico: mostra una società, quella degli anni 60′, per certi aspetti non così lontana da quella odierna e le cui tematiche vengono esposte con neutralità accademica, senza mai prendere reale posizione ma lasciando al giocatore tale compito.
La storia scorre sinuosa, dandosi il tempo per assaporare e costruire delicatamente, come fosse una castello di carte, le diverse componenti di una struttura narrativa solida, e impreziosita da dialoghi brillanti e raffinati.
Gameplay minimalista
Se South of The Circle spicca dal punto di vista narrativo, lo stesso non si può del suo scheletrico gameplay.
Il ruolo del giocatore, infatti, è quasi passivo e le sue interazioni sono estremamente limitate.
Ad esempio, il movimento è possibile ma in maniera sempre pilotata, con qualche interazione ambientale e aree molto ristrette.
Le scelte multiple nei dialoghi (immancabili in questo genere) sono estremamente vaga ed è quasi impossibile prevedere la risposta di Peter. Queste sono anche minimaliste: non viene mai mostrata la linea di dialogo o nemmeno un suo sunto, solamente dei simboli che indicano il tipo di sentimento che si vuole esprimere. Ad esempio, il cerchio rosso pulsante è una risposta allarmata, mentre il sole indica la serenità. Solo all’inizio viene mostrato cosa significano i simboli, poi bisogna fare ricorso alla memoria ma, se questa è scarsa (un po’ come la mia) non ci sono problemi, in quanto tali risposte non sembrano fare alcuna differenza, e anche in caso ci si dimenticasse di premere il pulsante il gioco lo fa in automatico.
Sono poche le scelte che sembra (ma dovrei rigiocarlo per esserne certo) influenzare la storia, e vengono segnate sopra lo schermo quando queste vengono prese.
Ciononostante non ritengo tali meccaniche dei difetti, ma delle scelte ben precise che possono piacere o meno.
Delizia artistica
South of The Circle può farsi invidiare per uno stile artistico minimalista e chiaro, con una palette di colori leggeri che ben si intonano all’atmosfera.
I disegni sono ben fatti e le animazioni ottimamente curate, soprattutto perché recitate tramite l’utilizzo del motion capture. Interessante un effetto di grana da pellicola, non disattivabile. Probabilmente gli sviluppatori non volevano rompere la sensazione di guardare un film.
Tuttavia, le opzioni grafiche sono praticamente inesistenti: non è possibile nemmeno regolare la risoluzione dello schermo o altri parametri base. Non è che sia di importanza in un titolo del genere, ma avrebbe fatto comunque piacere.
Commento Finale
South of The Circle è un prodotto destinato a un pubblico più interessato alla narrazione che alla giocabilità. La storia è magistralmente scritta e la trama scorre fluida, tra passato e presente, in un periodo storico complesso in cui i conflitti tra le grandi nazioni fanno da sfondo a una storia d'amore. Nonostante la durata di sole quattro ore, il titolo di State of Play riesce perfettamente a ottenere l'attenzione e l'interesse dello spettatore, almeno coloro che sono già appassionati di questo genere di drammi. Non riesce a convincere invece chi cerca solidità anche con il gameplay: questo è ridotto all'osso, quasi un accessorio superficiale, fintanto che le scelte non sembrano contare realmente. Tutto ciò racchiuso in una cornice estetica che privilegia uno stile semplice ma efficace, con una colonna sonora che svolge degnamente il suo lavoro.