Ancora prima del menù di gioco Scarlet Nexus rivela la sua identità di anime con una sigla tipica del genere. Dalle animazioni al disegno dei personaggi, dalle musiche alla messa in scena della storia, il nuovo gioco Bandai Namco è una serie animata giapponese. Protagonisti ragazzi in fase adolescenziale (perché negli anime sono sempre gli adolescenti a dover salvare il mondo) occupati con i problemi tipici della loro età nonché quelli più insoliti, tipo salvare la Terra da creature mutanti provenienti dallo spazio.
Un intreccio di stringhe rosse
Scarlet Nexus vede come protagonisti Kasane Randall e Yuito Sumeragi. Due ragazzi legati dal destino e appartenenti a una schiera di persone dotate di superpoteri che formano la FSE, un’agenzia governativa che protegge il popolo dalle entità note come Estranei.
La trama di Scarlet Nexus è interessante ma pecca per un’eccessiva e inutile complessità. Sembra quasi che gli autori abbiano voluto aggiungere pezzi di storia solo per aggiungere della trama anche quando non necessario. Il risultato è un intreccio narrativo che non funziona e spesso appare forzato. Nuovi elementi vengono aggiunti di continuo, chiudendo le trame precedenti in fretta e furia. In questo modo si rimane incuriositi ma si perde la voglia di seguire le numerose sequenze filmate.
Infatti, la quantità di cinematiche è talmente alta da essere irritante. Ho fatto sessioni di gioco composte per metà da solo filmati. Il gioco ha inoltre la tendenza a inserirle dopo brevissimi momenti di gameplay; ad esempio capita spesso di vedere un filmato, fare 10 metri verso una direzione, ed ecco che bisogna di nuovo posare il pad.
La metodologia della narrazione è totalmente senza senso. Un peccato perché il mondo di gioco e i suoi personaggi sono ben scritti e approfonditi. Ovviamente anche in questo caso troviamo quei momenti tipici degli anime come personaggi eccessivi nella loro personalità (nel senso che talvolta viene esagerata da sembrare finta) e un tipo di drammatizzazione che onestamente non mi commuove.
Questa cabina di regia giapponese non convince.
Lame volanti
Scarlet Nexus si presenta con un action con alcuni componenti da gioco di ruolo. Il sistema di combattimento è basilare con le classiche combo che conosciamo tutti ma che viene arricchito piano piano con l’aggiunta di nuove meccaniche. Queste sfruttano le abilità mutanti del/della protagonista (telecinesi) e quelle dei suoi compagni, aggiungendo un ulteriore strato al sistema.
I nemici sono diversificati a sufficienza da richiedere al giocatore altrettante strategie per abbatterli. Ognuno di essi ha un punto debole e punti di forza: ad esempio alcuni nemici sono invisibili e per individuarli bisogna usare un potere specifico, mentre altri hanno una corazza che si distrugge efficacemente usando la telecinesi.
Tuttavia i comandi non sono particolarmente reattivi e gli avversari spesso reagiscono con poco preavviso. Si muore a causa di attacchi totalmente inaspettati. Questo problema rende quasi inutile la meccanica della schivata attiva, in quanto è difficile capire il giusto tempismo ed effettuarla al giusto momento.
Il bilanciamento è completamente sballato: per le prime 15 ore di gioco i combattimenti con gli estranei sono stupidamente facili e solo verso la fine, quando si sbloccano tutti i poteri, aumenta il livello di sfida. Gli scontri coi boss umani sono invece troppo lunghi e difficili: estremamente letali per colpa di attacchi spesso imprevedibili e una barra della salute troppo alta.
Al contrario, i boss degli Estranei sono molto originali e divertenti da giocare.
La componente RPG è il pacchetto base: il classico albero dei potenziamenti, oggetti cosmetici (che non si possono vedere prima dall’acquisto) e armi per il personaggio principale e compagni. Nei negozi si può comprare, vendere e scambiare oggetti.
Interessanti le meccaniche sociali con cui interagire coi compagni, come ad esempio quella di far loro dei regali per migliorare le relazioni e di conseguenza il loro potenziale combattivo.
Allungato e ripetitivo
Scarlet Nexus dura 25 ore minimo e non sono particolarmente belle.
I livelli sono estremamente lineari: la strada è dritta, un semplice corridoio pieno di nemici. Non ci sono variazioni sul tema, segreti da scoprire, enigmi o platform. Inoltre l’ambientazione, per quanto curata, tende a riciclarsi visivamente, anzi, spesso bisogna ripercorre le stesse identiche zone con gli stessi nemici.
Nonostante questa rigorosità nel percorso, si riesce comunque a perdersi a causa della totale assenza di segnalazioni su dove andare (ad esempio, quando bisogna salire su un ascensore questo non viene evidenziato in nessun modo) e una minimappa che segna la direzione ma invece di avere la linea tratteggiata che punta verso di esso, indica la strada percorsa.
Per concludere in bruttezza, i livelli sono separati da muri invisibili. Più di un’occasione il gioco si blocca in mezzo a una strada per chiedere al giocatore di premere un pulsante e caricare l’aria.
Veramente imbarazzante per un gioco del 2021.
Ci sono pochissime sezioni, perlopiù alla fine, in cui bisogna usare i poteri per passare certe zone. Questi momenti sono una rarità quando dovrebbero essere la regola.
Seppur i combattimenti siano ben costruiti, passare ore a sconfiggere mostri dopo mostri senza un minimo di diversità mi ha fatto più di una volta perdere il desiderio di giocarci.
Fantasie e personalità
Dove Scarlet Nexus non delude è nel reparto della fantasia. Gli Estranei sono le creature più originali e strambe che che abbia mai visto in vita mia. Sembrano frutto di una menta malata che ha voluto unire animali con costruzioni artificiali. Un misto fuori senso e per questo intrigante.
Il mondo di gioco è ben disegnato ma abbastanza dimenticabile. Non sono stato colpito da nessuno dei paesaggi, anzi gli ho trovati spesso poco accattivanti e particolari.
Commento Finale
Personalmente Scarlet Nexus non mi è piaciuto. Nonostante apprezzi il genere degli action e gli anime, tutta una serie di problemi tra cui l'eccessiva ripetitività e una messa in scena della trama poco sensata, mi hanno fatto storcere il naso e, se non fosse per la necessità di pubblicare le recensione, probabilmente non l'avrei finito. Non posso negare i punti positivi del gioco come un sistema di combattimento variegato e un design dei mostri ispirato. Per tutto il resto il titolo Bandai Namco si attesta sulla media.