Confesso senza alcuna vergogna che sono uno di quelli che compra ogni anno Call of Duty. Pago i 70 euro richiesti per l’acquisto di un gioco more of the same che ormai ha poco da aggiungere. Dovrei sentirmi in colpa ad alimentare quella macchina succhia soldi di Activision (almeno stando a quello che dice internet) eppure non mi sono mai sentito pentito dell’acquisto. Call of Duty è il mio guilty pleasure annuale. Un gioco che conosco bene, che so benissimo cosa aspettarmi e dannatamente divertente.
La campagna di Call of Duty: Modern Warfare 3 non è stata però dannatamente divertente.
Riciclo e tappabuchi
Una storia poco ispirata, mancanza di ambizioni e personaggi rinchiusi nei loro stereotipi. La narrativa di Call of Duty non ha mai brillato particolarmente, e sinceramente nemmeno mi interessa. Non è mai stata la trama a trainarmi nell’azione ma l’azione stessa. Pertanto, nemmeno intendo approfondire questo aspetto perché non è ciò che rende la campagna da Call of Duty: Modern Warfare 3 così brutta.
Il difetto principale sono le missioni aperte (o con libertà di azione).
In queste missioni si viene trasportati in una zona abbastanza vasta in cui si devono completare degli obiettivi. Si gira per la mappa, raccogliendo armi ed equipaggiamento, e anche killstreak, come si giocasse a Warzone.
Si possono approcciare queste missioni in due modi: stealth o ad armi spianate. La prima è quasi impossibile perché i nemici sono numerosi, l’area grande e a parte le armi silenziate e il corpo a corpo non ci sono altri accessori furtivi. Giocare alla Rambo è un casino perché, come detto prima, è pieno di nemici e sono tutti intorno. Inoltre i soldati sembrano arrivare in continuazione quindi non si può liberare completamente la zona e completare l’obiettivo con tutta serenità. I veicoli sono inutili e servono solamente a farsi scoprire più velocemente, e gli spazi sono tutto sommato stretti per guidare senza andare a scontrarsi contro qualcosa.
Il problema peggiore è però un altro: se ad esempio c’è una missione in cui bisogna far esplodere degli obiettivi, e questi si trovano in parti opposte delle mappe il gioco non salva fin quando non si hanno completato tutti gli obiettivi. In pratica il checkpoint arriva praticamente alla fine della missione.
Se questo tipo di impostazioni vi sembra familiare è perché sono identiche alle missioni coop di Modern Warfare 2. Missioni che non ho mai trovato divertenti in cooperativa, e che trovo ancora più noiose in questa versione singleplayer.
A essere sincero, anche se fossero fatte bene questo genere di missioni mancano di quella regia calcolata e blockbusteriana che ha sempre contraddistinto Call of Duty. La loro presenza è completamente fuori contesto e giustifica in nessun modo sensato dalla trama.
Fortunatamente Modern Warfare 3 ha anche tipologia di missioni “classiche” e sono anche davvero ottime. Sono infatti i pochi momenti in cui mi si sono brillati gli occhi, momenti però corti e che lasciano l’amaro in bocca pensando a come sarebbe potuta essere la campagna se tutti i capitoli fossero stati costruiti nello stesso modo.
Una campagna noiosa e pigra
La campagna di Call of Duty: Modern Warfare 3 è un ammasso incoerente di idee, malamente sviluppate e terribilmente assemblate. Un insieme di difetti che rende la cortissima campagna di quattro ore incredibilmente noiosa.
Francamente mai mi sarei aspettato di descrivere come noiosa una serie che ha sempre avuto come vanto la spettacolarità e l’azione da cardiopalma. Una serie che, con i suoi alti e bassi, è riuscita sempre e comunque a intrattenermi.
Infatti, sono amaramente deluso nel constatare che Call of Duty: Modern Warfare 3 è un lavoro molto pigro.
Non c’è creatività, non c’è dietro una sola idea interessante. Una campagna cortissima, con una storia che ormai non interessa a nessuno e anche lontana da quella che doveva essere il focus di questo reboot di Modern Warfare.
Il primo Modern Warfare aveva stupito per una maggior interesse nel raccontare la guerra moderna in maniera più realistica e matura, diminuendo la spettacolarizzazione per scene di maggior tensione e terrore. Una strada in questo terzo completamente ignorata.
Qualcuno disse (non ricordo chi ma era uno youtuber) che il miglior sparatutto militare sarebbe quello con il gameplay di Call of Duty e la storia di Spec Ops: The Line. Quest’ultimo, gioco mediocre come sparattutto ma eccellente come non mai a livello narrativo, forse il migliore del genere militare. Non entro nello specifico perché il discorso sarebbe lungo, ma chi l’ha giocato (altrimenti vi invito a farlo) sa il motivo.
Io mi aspettavo, ingenuamente, che la saga Modern Warfare di Call of Duty prendesse almeno ispirazione da quel tipo di narrativa. Fosse meno timido ad affrontare certi temi scottanti di attualità. Invece hanno scelta la strada della codardia e dei soldi facili. Scelta che comprendo, ma mi lascia amareggiato per una saga che poteva essere molto di più.
C’è solo da sperare che la modalità zombie sia grandiosa. Altrimenti il prossimo anno sarò molto meno incline a dargli 70 euro.