Il 28 gennaio, la trasmissione televisiva Striscia la Notizia ha trasmesso un servizio su Fortnite. Il popolare gioco di Epic Games è stato etichettato come un titolo che crea dipendenza, provoca comportamenti anti-sociali, favorisce il bullismo, distrae durante le ore di scuole e addirittura viene utilizzato dai pedofili per adescare le proprie vittime.
Accuse pesanti ma non completamente false. Fortnite è un fenomeno globale con un numero di giocatori che si attesta sui 200 milioni. Seppur moltissimi siano semplicemente persone che si divertono e sanno controllarsi, altri, in particolare modo i giovani possono essere assuefatti dal gioco e cadere nella dipendenza videoludica.
Pertanto esiste un fondo di verità nelle affermazioni di Striscia ma le informazioni sono state diffuse in maniera errata e superficiale. Non è vero che il gioco incita al bullismo, come è anche falso che lo scopo è uccidere gli altri (tecnicamente è sopravvivere) ed è sbagliato prendere casi isolati di comportamenti scorretti trasformandoli nella norma.
Nel servizio interviene la psicologa dei videogiochi,
Dott.ssa Viola Nicolucci, che fa notare come “ben più di 25 anni di ricerca” non abbiano riscontrato alcun legame tra la violenza nei videogiochi e un incremento della violenza nei videogiocatori stessi. Anzi, la psicoterapeuta mette in mostra come gli sparatutto, in particolare, possano contribuire al miglioramento di “alcune capacità cognitive, quali l’attenzione visiva e la memoria di lavoro a breve termine“.
Nicolucci ha assolutamente ragione ma viene subito contraddetta dal presentatore Marco Camisani Calzolari che afferma ” speriamo davvero che non siano dannosi”. Se una professionista del settore afferma che, dati alla mano, i videogiochi non provocano comportamenti violenti (Se fosse vero, calcolando l’enorme numero di giocatori nel mondo, a quest’ora saremmo tutti pazzi omicidi) perché non fidarsi e metterla in dubbio?
Sul fronte del comune accordo la lista delle cose che i genitori devono fare in caso di dipendenza da Fortnite:
- il parental control è un utile strumento per fermare sul nascere questo tipo di problemi e ogni genitore dovrebbe esserne a conoscenza. Un consiglio pertanto sensato.
- Disattivare la chat evita casi il bullismo virtuale ma nega anche la possibilità di socializzare online e lavorare di squadra con gli altri giocatori.
- “Giocateci anche voi” è il consiglio migliore che abbia mai sentito da parte della stampa generalista. Anche se magari non si capisce di videogiochi è importante comprendere l’hobby favorito del figlio, per conoscere il fenomeno e agire di conseguenza.
- “fate finire la partita” lo dovrebbero imparare tutti i genitori con figli videogiocatori. La partite online non possono essere messe in pausa e chiedere a qualcuno di spegnere il gioco nel bel mezzo di una partita e come chiedere a un tennista di fermarsi mentre la palla è ancora in gioco.
- “Se lo eliminate fatelo ovunque” è un consiglio utile per ottenere l’obiettivo di impedire l’accesso completo al gioco. Tuttavia un’azione così radicale va presa saggiamente e solo in casi estremi.
Il servizio di Striscia la notizia non è sicuramente uno dei peggiori che abbia sentito e, perlomeno, evita certi toni accusatori verso i videogiochi che invece altri “giornalisti” hanno utilizzato in passato. Si intuisce che le intenzioni erano quello di informare i giocatori sul fenomeno e non parlarne volutamente male.
Rimane il fatto che argomenti del genere vanno sempre trattati con riguardo e ascoltati più punti di vista, soprattutto da parte di persone esperte nel settore videoludico.