Durante la conferenza Ubisoft all’E3 2015, il designer e showman Jason Vandenberghe mostrò per la prima volta al pubblico For Honor. Un gioco d’azione, il quale secondo Vandenberghe, puntava ad avere combattimenti all’arma bianca realistici ed estremamente soddisfacenti. A distanza di meno di due anni da quel giorno, For Honor è arrivato in tutti i mercati fisici e digitali. La promessa è stata mantenuta?
Campagna
In un mondo fantasy medievale la guerra è una costante da più di mille anni. Cavalieri, Vichinghi e Samurai sono le tre fazioni che si fronteggiano in sanguinolente battaglie per motivazioni che si sono perse nel tempo. Onore e gloria sono le regole che vigono in questo mondo arso dalla violenza in cui l’unica cosa che conta è vincere la prossima battaglia e sancire la propria supremazia sulle altre fazioni.
La modalità singolo giocatore di For Honor immerge il giocatore in una serie di conflitti collegati tra loro da un filo narrativo e atti a mostrare gli avvenimenti sotto il punto di vista di ognuna delle tre fazioni. La storia è un mero tentativo di giustificare una campagna di sette ore circa, la quale fallisce inesorabilmente nel nascondere il vero motivo della sua esistenza: fare da tutorial per la modalità multigiocatore.
Le 18 missioni che compongono la modalità storia sono spesso ripetitive, poco variegate e ripescano modalità e mappe dal multiplayer. Buona parte delle missioni, oltre a essere piuttosto brevi, peccano per la mancanza di idee originali e obiettivi ridondanti fino allo sfinimento. Davvero poche le variazioni dal tema e nonostante la grandezza delle mappe la strada è quasi sempre dritta per dritta, chiusa in un percorso prestabilito. Eppure di idee ce ne sarebbero: una missione giocata in furtiva, un assalto a un campo base o ancora un combattimento a cavallo.
Il background narrativo offerto da For Honor è una fonte inesauribile di idee da cui però gli sviluppatori non hanno attinto nulla, forse perché hanno preferito concentrare gli sforzi sul multigiocatore, vero cuore dell’esperienza, e inserire una campagna solamente per attirare i giocatori che non comprano videogame solo multiplayer.
Cavalieri
Valorosi guardiani della pace spinti a lottare per alti principi. La loro corazza è un segreto di secoli e il loro allenamento è rigido e letale contro il nemico.
Anche se da giocare non sia il massimo, la campagna può essere comunque utile come allenamento prima di scontrarsi con giocatori in carne e ossa online e guadagnare monete virtuali necessarie per sbloccare nuove classi ed equipaggiamento per esse. Inoltre ogni missione può essere giocata a tre livelli di difficoltà (facile, medio, difficile) e completandola al più alto si ottengono più punti.
All’interno delle mappe sono stati nascoste due generi di collezionabili: i distruttibili e gli osservabili. I primi sono dei vasi da rompere e i secondi degli scenari da guardare tenendo premuto un tasto apposito.
La trama è tra il dimenticabile e l’imbarazzante a causa di personaggi stereotipati (ma d’altronde in un mondo di soli guerrieri non può essere differente) e dialoghi spesso ridicoli, scritti malamente e che dimostrano la svogliatezza di costruire una storia interessante. Le scene cinematografiche sono un susseguirsi di cliché, personaggi sempre con la faccia coperta che parlano di onore e guerra fino alla nausea e talmente male presentati che a malapena si riesce a distinguerli l’un l’altro. Inoltre la morale della storia è di una retorica vecchia come la razza umana, seppur sia sempre valida.
Grafica
Se il mondo di For Honor fallisce dal punto di vista narrativo riesce a riconquistare parte del suo onore con un comparto artistico e tecnico di buona fattura. I campi di battaglia sono variopinti e ricchi di dettagli, con un buon level design seppur tendente alla lineare.
Grande lavoro è stato fatto nella realizzazione dei soldati, nella cura posta nelle loro armature e armi. Ogni classe ha un suo set di animazioni e uno stile unico che li differenzia sia visivamente sia nel combattimento.
La versione PC da me provata si fregia di un’ottima grafica. Le texture dei personaggi sono buone, soprattutto su armi e armature, meno sublime invece il lavoro sulle facce, in particolare su barba e capelli i quali sembrano plastificati. Le battaglie hanno buoni effetti di sangue e animazioni che mostrano la possanza e l’agilità del guerriero di turno. Gli effetti di fuoco e particellari sono sottotono, come anche l’effettistica delle luci escluso un piacevole effetto di luccichio con le spade.
Fortunatamente il gioco risulta poco pesante, con un framerate mediamente sopra i 100fps con la mia postazione dotata di una GTX 1070 e un Intel i3 3570k. Tuttavia non sono mancati alcuni crash di tanto in tanto sia in singolo che in multigiocatore.
Colpisci, para, schiva
I duelli in For Honor sono la parte fondante dell’intero gioco e ciò che lo contraddistingue da tutti gli altri titoli di genere action. Una volta attivata la modalità guardia, la telecamera si avvicina alle spalle del giocatore e il mirino rimane incollato all’avversario. La visuale cambia in maniera dinamica in quanto la levetta analogica destra che prima la controllava è ora utilizzata per cambiare direzione della parata e dell’attacco.
Il sistema di combattimento non permette trucchi: per vincere lo scontro occorre trovare una strategia vincente, conoscere punti di forza e debolezze della propria classe e di quella dello sfidante, imparare le mosse e sapere quando usarle. I comandi sono semplici e facili da imparare: attacco forte, attacco leggero, una “rompi guardia” per buttare a terra o allontanare l’avversario e diversi tipo di combo, del giusto numero e con una combinazione di pulsanti simile tra classi così da non dover memorizzare diversi schermi per ogni personaggio. Oltre a questo c’è la parata e la schivata, quest’ultima utile per muoversi intorno al nemico o non farsi colpire da un “imbloccabile”, un colpo che non può essere parato. Non manca nemmeno la capriola o la finta, per ingannare il nemico.
Samurai
Nobile guerrieri dall’antica tradizione. Veloci e letali, quando in minoranza lottano con ancora più forza e la loro ingegnosità nella guerra li rende degli avversari formidabili.
Per riuscire a padroneggiare al meglio ogni stile di lotta occorre pazienza e allenamento. For Honor è un gioco di tecnica e non basta semplicemente tenere premuto il tasto attacco per vincere. Oltre alla barra della vita, bisogna fare attenzione anche a quella della stamina che determina la quantità di forza per eseguire i colpi. Si scarica colpendo troppe volte consecutivamente l’avversario e ancora di più se questo para i colpi, e si ricarica in breve tempo stando a riposo. La terza barra da controllare è quella della vendetta, la quale una volta attivata rende il combattente più forte per un certo periodo. La barra vendetta si carica colpendo gli avversari, venendo colpiti e soprattutto parando i colpi. Una delle tattiche più comuni è infatti parere tutti i colpi dall’avversario fino al suo sfinimento e contrattaccare in modalità vendetta.
Seppur gli scontri prediligono il gioco pulito e onorevole, talvolta è possibile finire un avversario velocemente sfruttando l’ambiente circostante. Se lo scontro si svolge sull’orlo di un dirupo o vicino un fiume di lava incandescente è possibile spingere l’avversario verso di essi uccidendolo istantaneamente. Si può anche farlo cadere da un’altezza non letale e assassinarlo, stile Assassin’s Creed con un colpo dall’alto. Queste scorciatoie per la vittoria non rendono tuttavia superfluo il complesso sistema di combattimento del gioco, in quanto ogni mossa avversaria può essere parata o annullata rendendo il tentativo di assassinio ambientale vano e, anzi, spesso lasciando spazio a una contro mossa letale da parte dell’avversario.
Ubisoft è riuscita nel tentativo di creare un sistema di combattimento facile da imparare ma che solo i giocatori più dedicati saranno capaci di padroneggiare.
Vichinghi, Samurai e Cavalieri.
In For Honor ci sono a disposizione diversi tipi di classi che si differenziano tra loro per difficoltà e peso. Ognuna di esse ha caratteristiche uniche e stili di combattimento diversi, ed è necessario sapere quale stile di gioco è meglio adottare. Per esempio il Vichingo Berseker ha una mossa rompiguardia in grado di proiettare il nemico e buttarlo a terra, se non addirittura colpirlo con un calcio lasciandolo stordito per un paio di secondi. La Valchiria è una guerriera dalla distanza con la sua ascia ed è veloce e letale. Il Samurai Orochi richiede destrezza e ottimi riflessi per colpire gli avversari quando sono poco attenti.
Ogni classe ha i suoi pregi e difetti e sta al giocatore decidere con quale meglio si trova, quale si adatta al suo stile di gioco sperando che sia anche quella più adatta contro l’avversario, in quanto non si può sapere in anticipo la classe scelta dagli altri giocatori.
Nel gioco sono anche presenti numerosi soldati gestiti dall’intelligenza artificiale, minion aggiunti con lo solo scopo di simulare una battaglia ma che sono più che altro dei bersagli viventi da uccidere per conquistare una zona. Si possono uccidere con un solo colpo e possono essere pericolosi, ma nemmeno tanto, solo in grande numero. Seppur comprenda la necessità di aggiungere soldati per fare numero, mi sarei aspettato perlomeno più combattivi e non semplice carne da macello incapace di dimostrarsi una reale minaccia.
Un mondo in guerra
Conclusa la modalità singolo giocatore, giunge il momento per tutti i guerrieri di compiere il battesimo del fuoco nella modalità multiplayer. Dopo aver dimostrato il proprio valore combattendo contro un personaggio comandato da intelligenza artificiale (una specie di provino per sapere se si conoscono le basi del gioco) si può accedere al mondo in guerra in cui le tre fazioni si danno continua battaglia.
Nella mappa del mondo in guerra viene mostrato il territorio conquistato dalle tre fazioni, il quale viene aggiornato ogni tot di ore, e ogni zona rappresenta tre modalità di gioco diverse: Dominio, Deathmatch e Duello. Queste ultime due si dividono rispettivamente in Eliminazione e Schermaglia, e Uno contro Uno e Due contro Due.
La prima modalità è il classico conquista la bandiera con due squadre formate da quattro giocatori. La vittoria si ottiene al raggiungimento di un certo punteggio e quando uno dei due team raggiunge tale obiettivo l’altra squadra va in Rotta, ovvero perde l’abilità di rigenerarsi sul campo di battaglia e deve recuperare velocemente punti, prima che gli avversari li eliminino tutti.
Lo scopo di Eliminazione è quella di uccidere gli altri avversari. La vittoria si ottiene con 3 round su 5 vinti. In Schermaglia si vince sempre uccidendo gli avversari ma la vittoria si raggiunge accumulando 1000 punti (anche in questo caso c’è la Rotta).
Duello è la modalità più semplice ma anche qualche in grado di dare maggiori soddisfazioni ed emozioni, specialmente quella uno contro uno. Infatti, giocando contro un singolo avversario la tensione aumenta e non ci sono compagni che possono aiutare. Uno scontro intimo in cui si impara a conoscere l’altro giocatore in base al suo modo di combattere e la sua classe di preferenza, inoltre ci sono più probabilità di trovare utenti gentili, magari disposti anche a farvi da maestro, o almeno così a me è capitato.
Se siete poco temerari è possibile imbastire una partita multigiocatori personalizzata in cui i giocatori vengono sostituiti da bot e modificare alcune regole del gioco, nonché ovviamente selezionare la mappa e modalità. Le partite personalizzate non fanno guadagnare però punti, quindi sono puramente un allenamento.
La mia ascia
Il gioco integra un sistema di progressione a livelli condiviso tra modalità Storia e Multigiocatore. Oltre rianimando un compagno o conquistando una zona, i punti si ottengono in base allo stile di combattimento; per esempio eliminare un giocatore buttandolo giù da un dirupo dà pochi punti, combattendolo con combo ben concatenate e una mossa finale (che non permette ai suoi alleati di rianimarlo) regala un buon punteggio.
Una volta conclusa la partita vengono assegnati punteggi alla classe utilizzata, oggetti e monete da utilizzare per sbloccare nuove classi o pacchetti di equipaggiamenti.
Sbloccata una classe è possibile personalizzarla con oggetti sia puramente estetici come vestiti e diversi tipi di emblemi da mettere sopra, oppure con potenziamenti che vanno a influire su fattori quali resistenza, energia e forza. Le armi sono anch’esse potenziabili con tre diversi oggetti che vanno a migliorare alcune abilità dell’eroe.
Vichinghi
Feroci e senza paura, bestie assettate di sangue che si uccidono tra loro e possono essere uniti solo da un capo forte che dimostra il proprio valore in battaglia. I Vichinghi razziano e uccidono per il puro gusto di farlo. Valhalla!
Ogni classe ha a disposizione quattro tecniche diverse, dei bonus che si sbloccano una volta raggiunto un certo punteggio. Esse si suddividono in attive e passive e vanno dalla capacità di guarire stando fermi alla lancia da scagliare contro il nemico. Queste tecniche sono escluse nei Duelli.
In For Honor è possibile personalizzare il proprio emblema con diversi tipi di forme di scudo, immagini e colori. Nuove figure si possono guadagnare giocando in multiplayer.
Campi di battaglia
I livelli sono di dimensioni medie e dall’aspetto variegato e decorati con gli stemmi della fazione a cui appartiene quel luogo. Gli elementi ambientali utilizzabili sono diversi e possono fare comodo per disfarsi velocemente di un avversario. I dirupi non sono così numerosi, così che i giocatori non buttino continuamente gli avversari.
In campo da guerra ci sono diverse zone a terra, dove restando dentro per qualche secondo si ottiene un beneficio come la rigenerazione dell’energia o un potenziamento delle armi temporaneo.
Se vi state chiedendo se dopo un po’ giocare a For Honor possa stufare, per quanto mi riguarda, la risposta è esattamente il contrario. A differenza dei più tipici sparatutto online, il gioco Ubisoft non è frenetico e non è necessario mantenere quella continua tensione come nei più esplosivi FPS. Se due ore in Battlefield 1 sono più che sufficienti per il mio cervello e i miei occhi, in For Honor passano con più tranquillità e serenità.
Non tutte le spade brillano
Nonostante la sua indubbia validità, il sistema di combattimento non è esente di problemi quando si tratta di combattere con più persone. Infatti, potendo agganciare un solo nemico per volta non è mai molto chiaro cosa si stia colpendo, soprattutto nel bel mezzo di una battaglia con decine di uomini in mezzo. Diventa tutto confuso e la situazione sfugge velocemente di mano, l’unico modo per vincere contro più giocatori è parere per attivare la Vendetta e usare la forza e resistenza bonus per colpire gli avversari, colpendoli uno alla volta.
I minons hanno un loro scopo nel gameplay ma ucciderli è noioso, inoltre ci sono ben poche mosse per farne fuori più di uno e sono lente e richiedono molto stamina.
Gli alleati possono ferire il giocatore e a volte, quando si combatte due contro uno, si rischia di essere colpiti più dal compagno che dall’avversario, soprattutto da parte dei bot gestiti dall’intelligenza artificiale.
Il sistema Peer to Peer utilizzato è abbastanza stabile, seppur alcune volte ci voglia troppo tempo per cercare una partita, soprattutto quando quella modalità è poco vagliata dagli utenti. Capita inoltre che in certi momenti il gioco debba riconnettersi (probabilmente dovuto al cambio dell’host) e altre volte non riesca a trovare una partita. Tuttavia non c’è lag e il netcode sembra stabile.
Per l’onore!
Alla fine Vandenberghe ha mantenuto la sua promessa e ha prodotto un gioco con scontri avvincenti, tecnici e molto soddisfacenti. Purtroppo buona parte della qualità del titolo risiede solamente negli scontri con tutto quello che gli fa da contorno abbastanza nella media e colpevole di banalità. La modalità singolo giocatore non è altro che un lungo tutorial camuffato da una goffa trama e buttata di getto. La modalità multigiocatori è la vera esperienza seppur la mancanza di server dedicati faccia storcere il naso.
Commento Finale
Pronti per la battaglia? Se vi sentite nell'animo un valoroso Cavaliere, un temerario Vichingo o un nobile Samurai e non temete i duelli a colpi di spada con giocatori di tutto il mondo, allora For Honor è il titolo per voi. Nonostante alcune evidenti difetti il titolo Ubisoft ha mantenuto la promessa e il sistema di combattimento è uno dei migliori mai sviluppati.