Dopo una triplice dose di sparatutto, la voglia di giocare a qualcosa di più tranquillo e meno frenetico è stata placata dall’arrivo nei negozi di Dishonored 2. Il secondo capitolo della serie steampunk di Arkane Studios e Bethesda era uno dei titoli che attendevo di più quest’autunno e non vedevo l’ora di ritornare nei panni di Corvo Attano o di provare quelli nuovi di Emily Kaldwin. La mia attesa è stata ripagata?
Corvo e Emily
Nella grigia città di Dunwall, l’imperatrice Emily Kaldwin regna sovrana a fianco del suo fedele protettore reale Corvo Attano. Durante l’anniversario della morte della madre di Emily, un ospite indesiderato esordisce nella sala del trono con dei sofisticati robot e accusa la giovane imperatrice di non essere la vera erede. In pochi secondi, i fedeli a Kaldwin vengono trucidati mentre la nuova presunta imperatrice si prende con la forza lo scettro.
Tramite un escamotage registico, il giocatore è costretto a scegliere tra l’esperto assassino Corvo Attano o la giovane Emily Kaldwin. La scelta non impatterà sul finale del gioco, influenzabile solamente dal livello del caos, ma cambieranno alcune righe di dialogo e i poteri che il giocatore avrà a disposizione. Pertanto, scegliere Corvo piuttosto che Emily non modifica la storia principale.
La trama è scritta sufficientemente bene e fa da ottimo collante ai 9 capitoli che compongono la campagna di Dishonored 2. Per i fan della saga, farà piacere imparare qualcosa del passato di Corvo Attano e conoscere la nuova protagonista, Emily Kaldwin.
Nonostante la storia sia raccontata tramite filmati, nel gioco sono presenti numerosi diari, lettere, testi e messaggi per approfondire i personaggi, la cultura, religione e storia di Karnaca, la città in cui si svolge buona parte dell’avventura. Dishonored 2 si allontana dallo stile cinematografico per raccontare utilizzando gli strumenti del videogioco, come avviene anche in titoli quali Bioshock o Soma.
I personaggi, soprattutto gli antagonisti, sono ben costruiti e hanno una loro personalità e morale, la quale oltre ad avere uno scopo narrativo aiuterà il giocatore a decidere a quale sorte essa/esso deve essere destinato. Tra i protagonisti troviamo nuovi e vecchi personaggi, per la verità abbastanza dimenticabili a causa di una caratterizzazione poco marcata e mancanza di empatia.
Come affermato prima, la storia cambia solamente in base al livello del caos. Il caos cambia in base allo stile di gioco e al modo in cui si completa l’obiettivo di missione. Un approccio violento, in cui viene completato il livello con una scia di morti dietro, alzerà il livello di caos. Se invece si opta per una strategia più pacifista, completando il livello senza uccidere nessuno, la quantità di caos generata sarà bassa.
Gli obiettivi primari saranno quelli più importanti, pertanto è di fondamentale importanza decidere se è veramente necessario uccidere lui o lei oppure trovare un’alternativa meno letale.
Gli effetti del caos non si vedranno solamente nel finale, il quale sarà pessimista se il caos è alto e ottimista se basso, ma si potranno notare gli effetti fin dal secondo livello. La città di Karnaca è infatti colpita da un’infestazione di zanzare che stanno uccidendo la popolazione; se il caos è alto questa infestazione sarà più vasta e il numero di infetti e nidi saranno maggiori. Inoltre alcune frasi nei dialoghi saranno differenti.
Tuttavia non è obbligatorio giocare sempre in un modo o nell’altro perché il livello di caos cambia costantemente in base alla pagella di ogni livello. Pertanto è irrilevante se in una missione vengono uccise 10 guardie e poi per le due successive non viene ucciso nessuno. Manca purtroppo una barra che indichi con precisione il livello del caos, il quale può essere scoperto solamente a fine missione o sul file di salvataggio dentro parentesi tonde.
Assassini provetti
Uno dei motivi per cui i fan hanno tanto amato il primo Dishonored è sicuramente la vasta quantità di strategie e “modi di uccidere” che il gameplay è in grado di offrire. Armi e poteri sono come i pennelli e i colori per un’artista: possono essere usati in maniera semplice e “noiosa” oppure lasciare spazio libero alla fantasia e combinare tecnica e creatività per quadri della morte spettacolari.
Nonostante sia possibile completare l’intero gioco senza i poteri dell’Oblio, le abilità magiche donate dall’Estraneo sono uno dei fattori che rendono speciale il modo di giocare a Dishonored 2. I poteri sono solamente sei, per entrambi i personaggi, ma ognuno ha una sua utilità e possono essere usati in contemporanea per risultati esaltanti. All’inizio si ha disposizione il solo potere di spostamento, gli altri vanno sbloccati cercando le rune nei livelli, queste possono essere utilizzate per aggiungere nuove abilità o potenziare quelle già attivate.
I poteri di Corvo
Corvo ha gli stessi poteri del primo gioco ma i potenziamenti sono diversi, ad esempio con Possesione può possedere anche i corpi dei cadaveri per nascondersi o osservare i nemici, oppure passare da un ospite all’altro senza mai ritornare al proprio corpo. Con Traslaslazione è possibile fermare il tempo quando è in volo e cambiare direzione all’ultimo istante.
Insieme alle abilità attive ci sono quelle passive, le quali sono potenziamenti e abilità speciali che rimangono sempre attivate senza usare mana. Ad esempio si può migliorare la resistenza e salute, oppure l’agilità e il salto o ancora disintegrare i corpi degli assassinati in maniera furtiva. A concludere le abilità magiche ci sono gli amuleti d’osso, ovvero dei bonus che influenzano alcuni aspetti del gioco, per esempio “bere dai rubinetti riempie la barra dell’energia” o “alcune volte i poteri potrebbero non utilizzare il mana”. Come le rune anche gli amuleti si trovano in giro per i livelli.
Oltre ai poteri, Emily e Corvo hanno a disposizione la spada, sempre sulla mano destra, e un’arsenale di armi e gadget sia letali che stordenti, come una balestra con diversi dardi tra cui sonniferi, incendiari, urlanti e lisci, inoltre ci sono mine elettrificate e taglianti, e per ultime granate esplosive e una pistola.
Seppur ci sia un gran varietà di opzioni, i modi per eliminare letalmente in maniera creativa un avversario sono più numerosi di quelli non letali. Sarebbe stato opportuno avere una parità di gadget letali e non letali in modo da permettere ai giocatori che tendono all’approccio pacifico di sbizzarrirsi come quelli che preferiscono la violenza.
Questione di stile
Dishonored 2 permette di affrontare le missioni come il giocatore meglio crede, sia dal punto di vista tattico e strategico che da quello morale ed etico. Il gioco può essere infatti completato senza versare una sola goccia di sangue come anche uccidendo a colpi di spada ogni singola persona che si incontra, sia giocando in modo furtivo senza farsi mai vedere come pure andando all’attacco con la spada tratta contro il nemico.
Nonostante siano possibili diversi approcci, il più appagante e meglio sviluppato è sicuramente quello stealth. Giocare Dishonored 2 senza farsi notare dalle guardie, eliminandole di soppiatto, controllando la ronda e cercando la miglior strategia è divertente e soddisfacente, grazie a meccaniche che ricordano Thief o una ipotetica versione in prima persona di un Metal Gear Solid o Splinter Cell.
Gli avversari hanno un simbolo sopra la testa che indica il loro livello di allerta, nonché emettono un suono (tipo Metal Gear Solid) quando notano qualcosa di sospetto. Per prendere un nemico alla sprovvista è sufficiente avvicinarsi dietro di lui e quando si è abbastanza vicini appare l’icona per eliminarlo letalmente e non letalmente. Oltre che da dietro è anche possibile eliminare l’avversario dall’alto, anche in questo in caso letale o non, seppur le icone appaiono solamente quando si è abbastanza vicini, pertanto se il giocatore è sopra un lampadario o qualcosa di più alto rispetto alla distanza minima per far vedere le icone, queste si vedranno solamente a metà della caduta. Sarebbe stato meglio, per gli attacchi dall’alto, attivare le icone quando il nemico è a portata per evitare così salti sbagliati che farebbero scoprire il giocatore.
Se invece il giocatore vuole optare per uno stile più veloce e diretto, in questo caso Dishonored 2 non è migliorato molto rispetto al suo predecessore. Il sistema di combattimento è infatti ancora macchinoso e basato tutto sul solo tempismo, inoltre non ci sono poteri specifici per gli attacchi così diretti e le armi da fuoco si limitano alla sola pistola. Giocherà in questo modo ridurrebbe inoltre la durata, e renderebbe difficili certe situazioni, in cui bisogna affrontare più nemici alla volta.
L’approccio diretto non è sinonimo di violento, infatti in Dishonored 2 è ora possibile afferrare i nemici per soffocarli senza ucciderli oppure lanciarli contro gli altri, inoltre, correndo e poi scivolando è possibile stordirli all’istante con una mossa speciale.
Dishonored 2 soffre di un’intelligenza artificiale al limite del ridicolo, soprattutto in combattimento. Capita spesso che i nemici si colpiscono tra loro quando sono allineati in linea retta oppure, quando si prende un avversario per soffocarlo, i suoi alleati molto spesso lo uccidono nel vano tentativo di colpire il giocatore. Altre volte si incastrano dentro gli oggetti, cadono dalle scale e una volta mi è capitato addirittura di vederne uno morire da solo, senza motivo.
I personaggi in gioco tendono a morire con fin troppo facilità; basta infatti lanciarli su una qualsiasi superficie, anche vicina, per ucciderli. Mi è capitato spesso di avere ucciso persone senza che me ne fossi accorto, per il semplice motivo di essere caduti in qualche punto sbagliato. Questo problema può essere frustante per quelli che vogliono completare il gioco senza uccidere nessuno, i quali per in caso di omicidio non volontario saranno costretti a rifare il livello da capo. Per lo meno, sarebbe stato opportuno aggiungere un contatore delle morti, in modo tale da fare sapere al giocatore se deve ricaricare l’ultimo salvataggio e rimediare all’errore, senza dover aspettare la pagella di fine missione.
Ultima nota dolente sono le meccaniche platform troppo rigide: capita infatti spesso di non riuscire a salire sopra una piattaforma perché non ci si trova nell’esatta posizione per attivare l’animazione. Questo è un problema abbastanza fastidioso, soprattutto quando non si possono utilizzare i poteri o si è di fretta.
Architetti virtuali
Uno dei punti forti della produzione Arkane Studios è senza ombra di dubbio il level design. I livelli sono vasti, completamente esplorabili da cima a fondo, con moltissima verticalità e ricchi di strade secondarie, scorciatoie, passaggi nascosti e segreti. Le missioni di Dishonored 2 sono dei veri e propri sandbox, in cui il giocatore amante dell’esplorazione e della scoperta può divertirsi nel cercare tutti gli amuleti e rune, trovare via alternative, leggere ogni diario o manifesto, rubare tutte le monete, prendere i progetti e dipinti e trovare i codici delle casseforti.
I ragazzi di Arkane Studios hanno svolto un lavoro divino nel riuscire a progettare livelli in grado di adattarsi a ogni stile, soprattutto quello furtivo grazie a numerose piattaforme e posti dove nascondere i cadaveri. Ogni più piccolo elemento è stato posizionato all’altezza e distanza giusta, anche per quelli che non utilizzano i poteri, e sono perfettamente integrati con l’ambiente di gioco.
Inoltre alcune livelli si distinguono particolarmente grazie a idee geniali e ben sviluppate, come per esempio la villa meccanizzata o quando si deve utilizzare la macchina del tempo per superare gli impedimenti strutturali.
Ogni livello è un tesoriere di possibilità e per essere esplorati veramente a fondo è obbligatoria una seconda, se non terza o anche quarta visita, per scoprire ogni più piccolo segreto. Nell’area di missione è possibile cercare rune e amuleti utilizzando il cuore, il quale segnale distanza e direzione. Nonostante ciò non sarà sempre facile trovarli, essendo spesso in stanza accessibili solamente in un determinato modo e in certi casi bisogna saper studiare l’ambiente con attenzione e sfruttarlo al meglio per riuscire nell’intento; diverse soluzioni non sono così banali e prevedibili come si possa pensare. Le casseforti sono spesso degli interessanti enigmi da risolvere e, se alcune volte il codice si trova semplicemente su un foglio, in altre bisogna ingegnarsi e ispezionare meglio la stanza per trovare la soluzione.
Anche l’occhio vuole la sua parte
La versione da me testata di Dishonored 2 era quella PC e, come probabilmente avrete letto in giro, soffre di diverse problematiche. Il gioco, con una GTX 1070 e un Intel i5 3560k gira mediamente sui 90/100 frame al secondo con dettagli, impostati in automatico, su alto e molto alto e Nvidia hbao+ attivato. In situazioni normali, con pochi personaggi su schermo, la fluidità viene mantenuta ma cala bruscamente in certe situazioni. In queste occasioni il gioco ha un picco in negativo di FPS, sotto i 60fps, e soffre di problemi di tearing e l’immagine sembra bloccarsi a volte.
Il primo Dishonored è stato sviluppato con l’Unreal Engine 3, con ottimi risultati su tutte e due le console old-gen. Con questo nuovo capitolo, Arkane Studios ha deciso di creare un motore di gioco proprietario chiamato Void Engine, il quale è basato sull’idTech 5. Questo programma di sviluppo ha avuto ottimi risultati su PlayStation 3 e Xbox 360 con Rage, lo sparatutto di id Software, uno dei pochi giochi ad annoverare una grafica di alto livello e i 60 frame al secondo. Purtroppo, nel mondo PC il gioco è stato pesantemente criticato per la sua scarsa ottimizzazione.
Il Void Engine di Arkane Studios ha ereditato evidentemente gli stessi problemi, peggiorati da uno scarso lavoro del team di sviluppo il quale ha preferito focalizzarsi sulla versione console come, purtroppo, spesso accade. Sarebbe stato meglio a parer mio, sviluppare Dishonored 2 con l’Unreal Engine 4, un motore di gioco molto flessibile e conosciuto, e più facilmente fruibile su PC.
Bisogna sperare che il Void Engine si aggiorni ereditando le nuove caratteristiche dell’idTech 6, il software con cui è stato sviluppato Doom il quale è uno dei titoli meglio ottimizzati su PC di quest’anno.
Dal punto di vista tecnico Dishonored 2 è migliorato sicuramente rispetto al primo capitolo ma non ha compiuto quel salto generazionale necessario per essere alla pari con le altre produzioni odierne. Le texture non sono di altissima qualità, i modelli poligonali lasciano a desiderare e gli effetti particellari non riescono a stupire.
Tuttavia la produzione Arkane Studios riesce a difendersi con un ottimo comparto artistico grazie a uno stile simil cell-shading utilizzato per nascondere la bassa risoluzione delle texture; gli ambienti sono ricchi di elementi e curati fin nei minimi dettagli. Gli interni sono spesso abbelliti con quadri e decorazioni di vario tipo, fiori e piante, strumenti da lavoro, libri e animali impagliati ravvivano l’ambiente e la luce che passa per le finestre rende l’atmosfera più viva.
La palette di colori è più ricca rispetto al primo capitolo, con maggiori varianti di sfumature e gradazioni. I colori non sono mai eccessivamente accesi e l’aspetto generale è quello di un dipinto fatto con gli acquerelli; una scelta fatta per ammorbidire le linee del gioco e nascondere ulteriormente l’arretratezza del comporto tecnico.
I personaggi presentano una buona mole poligonale e animazioni abbastanza naturali, un passo in avanti rispetto al passato senza distaccarsi dallo stile particolare con cui sono disegnati.
I paesaggi in lontananza sono un misto di colori che vanno dal giallo all’arancione durante il giorno e dal blu al bianco la sera, e sarebbe uno spettacolo ancora più bello se gli elementi sulla distanza fossero più dettagliati. Un difetto che ho notato è relativo all’illuminazione artificiale, infatti questa è del tutto identica a quella naturale del sole e nei livelli notturni fa uno strano effetto vedere la parte dello scenario illuminata con i fari identica a come sarebbe con la luce solare. Un dettaglio che forse pochi noteranno, ma sono i piccoli dettagli a fare la differenza a volte.
Conclusione
Dishonored 2 è un eccellente gioco afflitto da una carenza di vere novità e, nonostante qualche piccola miglioria, mantiene gli stessi difetti del gioco originale. Dishonored 2 sarebbe potuto essere un seguito decisamente migliore se Arkane Studios avesse aggiunto e limato tutti quei problemi che affliggevano il primo Dishonored. L’intelligenza artificiale scarsa, un sistema di combattimento poco sviluppato e un’ottimizzazione penosa sono difetti che incidono fortemente sulla qualità del prodotto, seppur riesca a bilanciare con un gameplay variegato e creativo, livelli esplorabili e curati fin nei minimi dettagli, nonché una longevità che può variare dalle 10 fino alle 20 ore per chi vuole scoprire tutti i segreti.
Se siete stati degli amanti del primo gioco, sicuramente rimarrete innamorati anche di questo seppur dovrete sopportare gli stessi identici problemi. Per coloro che invece si affacciano per la prima volta su un balcone di Dunwall e siete appassionati dell’azione furtiva e ponderata, allora Dishonored 2 potrebbe essere il gioco perfetto per voi.
Commento Finale
Dishonored 2 è un gioco divertente e vario, con un level design magnifico e un'ambientazione ispirata e suggestiva. Tuttavia manca di innovazione e i difetti e pregi del primo Dishonored sono rimasti, nonostante qualche piccolo accorgimento. La pessima intelligenza artificiale e ottimizzazione su computer PC minano un gioco che sarebbe potuto sviluppato meglio e che potrebbe far storcere il naso ai giocatori più esigenti. Nonostante gli evidenti difetti Dishonored 2 è un bel titolo da giocare e in grado di garantire diverse ore di divertimento grazie a un'alta rigiocabilità.