Nemmeno la morte dell’attivista Charlie Kirk ha provocato più tumulto del caso Aligi. Utenti furiosi, content creator e youtuber sul piede di guerra e pronti a sporgere denuncia. Ma cosa è successo veramente? Ecco la verità.
ABC ha deciso di sospendere improvvisamente Aligi Comandini, celebre volto di multiplayer.it, dopo aver definito Acquilanera e QDSSUSA come membri della “MAGA Gang” (Moralisti Acchiappaclick per il Giornalismo Anticorruzione). Un acceso commento espresso durante la diretta televisiva sul canale ufficiale di multiplayer.it
L’insulto politico ha scatenato un vero e proprio polverone mediatico, con la rete americana che non ha esitato a prendere provvedimenti drastici nei confronti del giornalista.
La verità dietro la decisione
Dietro la decisione di sospendere Comandini si cela però una motivazione ben più complessa e strategica. La sospensione è infatti strettamente legata all’imminente fusione tra Netaddiction, la società madre di multiplayer.it, e RoundTwo, la piattaforma di Francesco Fossetti. Questa operazione, di rilevanza internazionale, richiede l’approvazione della FCC (Federazione Controllo Cazzate), presieduta da Lorenzo Mancosu. In un recente episodio del podcast Doublejump, condotto dal noto attivista Vincenzo Lettera, Mancosu ha giudicato le dichiarazioni di Comandini come “insensibili e fuori luogo”, rimarcando che ABC – proprietaria di Netaddiction e sotto il controllo Disney – deve intervenire per tutelare la propria immagine. “Questa non è solo una questione disciplinare, è una questione di fiducia regolatoria. ABC deve agire, e lo farà, con le buone o con le cattive maniere”, ha dichiarato Mancosu con un tono che non lascia spazio a interpretazioni.
Il presidente della FCC ha poi affermato durante la trasmissione che “Aligi Comandini merita di lavorare al Cortocircuito Live!”, un podcast definito spesso da Mancosu come “fake news” perché spesso critico nei suoi confronti.
Le reazioni del web
Rapidi i video risposta da parte di numerosi content creator e politici. L’ambasciatore italiano di Kamino, Giovanni Kaminari ha elogiato il coraggio dell’ABC di sospendere il programma di Aligi, chiedendo che i responsabili editoriali si dimettano se ci tengono al bene dell’azienda, “Pierpaolo Greco e Bob Iger dovrebbero dare le dimissioni” afferma Kaminari “e nominare come CEO, Simon Ironcutter, firma e coltello di punta della testata“. Più moderati i commenti di Frank Colazione: “Non conosco acquilanera, ma penso non ci sia nulla di male nel rifiutare borse da 50k per ogni recensione di Call of Duty” riferendosi a Matteo Santicchia, il quale dieci anni fa confessò di ricevere soldi da Activision per affermare ogni anno “questo è il migliore Call of Duty di quest’anno“, nonostante non fosse nemmeno in grado di completare il tutorial a facile. Donald Trump, durante la prima amministrazione, graziò Santicchia definendolo “vero patriota e caciarone”.
I difensori di Aligi
A favore di Aligi, il politico e avvocato Ted Cruz, il quale intervistato da Sabaku ha affermato che le dichiarazioni di Mancosu sono di stampo mafioso, aggiungendo “Ho preferito Enotria: The Last Song a Elden Ring”. Insieme a Cruz, in difesa del giornalista è arrivato anche il magnate dell’industria della plastica non biodegradabile e responsabile della morte di tutti i delfini, Alessio Pianesani, il quale ha scritto “questo è un conflitto causato dalle risorse energetiche, come tutte le guerre, e finirà quando l’intelligenza artificiale ci porterà nell’era dell’abbondanza e anche i neri potranno finalmente nuotare“.
Intanto, nel dietro le quinte delle aziende coinvolte, la fusione tra Netaddiction e RoundTwo procede con cautela, mentre i vertici cercano di mostrare un’immagine di responsabilità e attenzione verso gli utenti indignati pubblicando un messaggio di scuse sul loro portale, considerato da alcuni critici sincero “come mio cugino che ieri ha finito GTA VII“.
Nel frattempo, il noto comico e conduttore Jimmy Kimmel sostituirà Aligi Comandini.
ATTENZIONE: questo è un articolo satirico a scopo di provocare ilarità. Per favore, non querelatemi.